REDAZIONE ANCONA

Marche Teatro, il nuovo direttore. Ventidue candidati, sette donne. Vico: "Qui puntiamo sulla qualità"

Si è chiuso il bando per scegliere chi prenderà il posto di Velia Papa. Due domande sono arrivate dall’estero. Il presidente: " Siamo uno dei 19 teatri di rilevante interesse culturale. Vogliamo continuare a essere tra i primi".

Marche Teatro, il nuovo direttore. Ventidue candidati, sette donne. Vico: "Qui puntiamo sulla qualità"

Saranno in ventidue a contendersi il posto finora occupato da Velia Papa. Tante sono le domande arrivate in risposta al bando per il nuovo direttore di Marche Teatro – Teatro di rilevante interesse culturale. Ieri pomeriggio è scaduto il termine per avanzare la propria candidatura. Ora la parola passa alla commissione ‘tecnica’ che dovrà valutare i curricula e sul cui giudizio si baserà la decisione finale del cda. "Ci aspettavamo più o meno questo numero – dichiara il presidente Valerio Vico – Le domande sono arrivate da tutta Italia, e due dall’estero. Si tratta di due drammaturghi. Adesso è presto per fare nomi. Inutile creare aspettative. Comunque due dei tre nomi che circolano da qualche tempo non ci sono (annunciati non su queste colonne, mentre ci potrebbe essere il nome di Giuseppe Di Pasquale anticipato dal Carlino, ndr). C’è chi ha detto che il bando era preclusivo nei confronti delle donne. Invece nella lista ci sono anche donne" (sette, ndr).

In effetti non si tratta di una questione di genere. "Puntiamo innanzitutto alla qualità. In questi vent’anni Velia Papa ha ben fatto. Ora c’è bisogno di qualcuno almeno alla pari, o a lei superiore. Siamo uno dei 19 teatri di rilevante interesse culturale italiani. Vogliamo continuare a essere tra i primi. Per questo la commissione che giudicherà i candidati è di altissimo livello, e comprende direttori artistici di fama, come Luca De Fusco dello Stabile di Roma. Noi del cda siamo professionisti in altri ambiti. Dobbiamo affidarci agli esperti. Il nuovo direttore dovrà saper gestire al meglio il teatro, intensificando le relazioni con il ministero e rafforzando la rete con gli altri teatri nazionali. Alzare il livello qualitativo significa anche attirare più contributi". Per Vico anche un altro livello va ‘aumentato’: quello della simbiosi fra Ancona e il suo teatro. "Le Muse sono ancora viste come qualcosa di separato dalla città. In altre città il teatro è più vissuto, se ne respira di più l’aria. Potrei citare la Scala, ma anche città più piccole come Vicenza e Mantova. Di recente ero a Napoli, e sono entrato al San Carlo. Da noi il teatro è chiuso. Invece dovrebbe poter essere visitato, sia dagli anconetani sia dai turisti. Le Muse tra l’altro hanno un opera d’arte come il sipario di Trubbiani. Servirebbe un bar che funzioni ogni giorno. E il Comune dovrebbe fare un progetto riguardante la piazza, da cui andrebbero tolte le auto".

r. m.