MARCO PRINCIPINI
Cronaca

Marche, cresce il Terzo Settore: "Valore aggiunto per il welfare"

Report della Camera di commercio: coop sociali, ricavi a 359 milioni. L’idea di una legge regionale

Marche, cresce il Terzo Settore: "Valore aggiunto per il welfare"

Gino Sabatini, presidente di Camera Marche, e il governatore Francesco Acquaroli

Gli enti del Terzo Settore nelle Marche passano dai 2.975 del 2022 agli attuali 3.836: il 44% sono associazioni di promozione sociale, il 33% organizzazioni di volontariato, il 12% imprese sociali. Maggiore concentrazione al centro e al nord della regione: il 53% opera nella province di Ancona e Pesaro-Urbino, il 27% nel sud delle Marche (Ascoli e Fermo). Sono dati del report sul Terzo Settore realizzato dall’Osservatorio di Camera Marche e presentato alla Loggia dei Mercanti di Ancona.

La maggior parte degli Ets – è spiegato nel report – opera nella zona costiera (68%), il 24% in collina e l’8% in montagna. Sono concentrati nei centri urbani con una popolazione tra 15mila e 50mila abitanti (38%), ma si registra una presenza significativa anche nei Comuni con meno di 5mila residenti (23%). "Siamo la prima Camera di commercio ad avere puntato un riflettore sul Terzo Settore – ha spiegato Gino Sabatini, presidente di Camera Marche –. Si evince che sia per la sanità di prossimità e integrata con nuovi servizi, sia per la rivitalizzazione delle aree interne della regione, il Terzo Settore rappresenti un valore aggiunto importante". Ma c’è di più: la Regione Marche, seguendo l’indirizzo di altre realtà, ad esempio la Regione Umbria, potrebbe considerare l’adozione di una legge regionale che promuova qualità e sostenibilità del lavoro nel settore del welfare. "Il tema del sociale ci vede sensibili e aperti al dibattito, va ritenuto un valore e un’opportunità per il territorio – ha detto il governatore Acquaroli –. Guardiamo con interesse alla riflessione sul ’modello Umbria’, che tenga conto della tutela del lavoratore e della qualità del lavoro".

Tornando al report, le cooperative sociali rappresentano il 91% delle imprese sociali delle Marche: in primis di tipo A (55,6%), cioè che erogano servizi socio-sanitari ed educativi, poi di tipo B (35,4%), che intervengono nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, per finire con le cooperative a oggetto plurimo, di tipo A e B (9%), che svolgono entrambe le attività e sono raddoppiate rispetto alla rilevazione precedente. Il settore della cooperazione genera un fatturato di 359 milioni (in aumento di circa 100 milioni). Il patrimonio complessivo ammonta a 83 milioni, 22,8 di capitale sociale. La provincia di Ancona ha il numero maggiore di cooperative sociali (29%), seguita da Ascoli (25%), Pesaro-Urbino (21%), Macerata (18%) e Fermo (7%). In termini di valori, la provincia di Ancona si conferma come più rilevante, col 44% del valore della produzione, poi Pesaro-Urbino (25%), Macerata (13%), Ascoli (idem), Fermo (5%). Nel triennio oggetto di analisi del report le marginalità, di conseguenza il valore aggiunto, sono stati negativi con una perdita media sul triennio 2019/2021 di 1,3 milioni. "Le ragioni – si legge nel report – vanno rintracciate in diversi fattori: la crisi pandemica, gli aumenti del costo del lavoro e gli aiuti insufficienti".