ANDREA MASSARO
Cronaca

Medico morto nell’inferno di Gaza

Nasr Mansour si era laureato ad Ancona e voleva aiutare la sua gente, i compagni di studi: “Che dolore”

Ancona, 27 dicembre 2023 – Amava la sua terra. Un rapporto viscerale, che va al di là delle credenze religiose e dei principi da cui non si era mai slegato nel corso della vita. Anche quando venti anni fa venne ad Ancona. Mansour Nasr era giovanissimo. Sbarcava il lunario con qualche servizio nei ristoranti della città e nelle pizzerie per mantenersi negli studi in Medicina.

Mansour Nasr dopo la laurea in Medicina ad Ancona tornò nella sua Gaza per aiutare la sua gente
Mansour Nasr dopo la laurea in Medicina ad Ancona tornò nella sua Gaza per aiutare la sua gente

Mansour è morto tre giorni fa sotto le bombe di Gaza, proprio mentre curava la sua gente.

La notizia è rimbalzata presto anche ad Ancona che era diventata un po’ la sua seconda casa. "È morto mentre curava i suoi pazienti – scrive su Facebook Sara Bartola, medico chirurgo anconetano – A Gaza. Mansour nel cuore. Non ti dimenticherò mai. Fortunata essere stata sua amica. Fortunata ad incontrare il suo sguardo dolce e le sue parole calme. Libertà è partecipazione. Fermiamo questo scempio che è la guerra... Una preghiera".

"Eravamo studenti – scriveva tre giorni fa la dottoressa anconetana –. Studiavamo spesso insieme. A volte a casa sua in via Gioberti. A volte all’Università. A volte da me. Lavorava come cameriere per pagarsi gli studi. E il venerdì lui andava in moschea. ‘Che p.. co sta moschea’ dicevo io e lui rideva con quei suoi occhi scuri, profondi. Sempre seri ma con me rideva. Io mi potevo permettere di prenderlo in giro con le regole musulmane. Ma lo rispettavo profondamente. E lui rispettava me. Non eravamo amanti. Semplicemente profondamente amici. Lo aiutai un pochetto con la tesi perché io mi ero laureata un pò prima e non avevo da fare. Sul mio pc ho ancora la sua tesi in ortopedia che tra l’altro mi dedicò. Quando lo accompagnai in aeroporto piansi a calde lacrime perché nonostante i miei ‘ti vengo a trovare’ e i suoi ’prima o poi torno in Italia’ sapevamo che non saremmo riusciti a fare nessuna delle due cose. Aveva troppa roba e mi lasciò una valigia che conservo ancora. Mi raccontò po del viaggio drammatico per rientrare nella sua Gaza. Tra posti di blocco, deserto, cammelli... Oggi ci ha lasciato. Aveva l’età di mio fratello. Io non so il perché di questa follia umana chiamata guerra. Io non so perché non si riesca a fermare questo massacro. Io non so perché tanta cattiveria. So solo che ho perso un amico. Il mio amico arabo. Una preghiera al mio Dio. Una preghiera al tuo Dio. Che quando è la fine credo siano gli stessi di tutte le religioni. Caro fratello Mansour Nasr ...porca miseria che dolore..."

Mansour aveva studiato ad Ancona come tanti altri giovani, tra palestinesi e greci. Era stato compagno di studi anche di Francesco Della Betta, anconetano, che ora fa il medico di famiglia in Abruzzo. "Abbiamo condiviso le nostre giornate sui libri – ricorda il dottor Della Betta – a Montedago prima e al palazzo aragosta poi (quello accanto all’ospedale di Torrette ndr). Era una persona mite, calma, pacifica, ma profondamente animata dai principi. Li metteva prima di ogni cosa. Una volta terminato il corso di studi e conseguita la laurea volle subito tornare nel suo paese. Voleva dare una mano alla sua gente. Anche quando è scoppiata la guerra nella striscia di Gaza non ha voluto lasciare la sua casa. Ha scelto di restare lì fino alla fine".

Mansour è una delle oltre ventimila vittime della guerra nella striscia di Gaza. Vittima di un conflitto che sembra non trovare fine nonostante i disperati tentativi di un cessate il fuoco.

"Ti voglio ricordare così – scrive Suheil Ali Musa, un altro medico palestinese che si è laureato ad Ancona – compagno di lunghi anni di studio. Ti hanno ucciso ieri come migliaia di altri innocenti. Riposa in pace fratello amico".