"Medicina di emergenza-urgenza del 118: nelle Marche si rischia una crisi irreversibile". Così Alessandra Moraca, segretario regionale Marche del Sindacato Medici Italiani (SMI) nonché dottoressa in servizio a Torrette. Mai in passato, dai tempi pionieristici della creazione del 118, all’inizio degli anni ’90, si era vissuta una situazione così drammatica per il settore: "La carenza di medici 118 causa la mancata copertura dei turni e la demedicalizzazione delle ambulanze: già a fine 2021 c’erano 56 medici del 118 in meno rispetto al fabbisogno marchigiano. In un anno la situazione è peggiorata. Più volte abbiamo evidenziato la necessità di attuare dei correttivi prima che la crisi rischiasse di essere irreversibile. Le cause che impediscono di soddisfare il fabbisogno di medici del 118 sono anche legate alla mancanza di tutele adeguate per chi decide d’intraprendere questo percorso professionale".
Fino a qui la situazione reale, a seguire le cause che stanno portando a una crisi così seria: "Sul trattamento economico e sulle tutele, dalla malattia alla maternità, c’è da aggiungere che i medici del 118 nelle Marche hanno un doppio inquadramento – aggiunge la dottoressa Moraca – Alcuni sono dipendenti, altri convenzionati. Come sindacato ci siamo battuti per il passaggio al rapporto dipendente dei medici del 118. Non va bene la differenza di trattamento tra colleghi; ci deve essere, invece, una visione unitaria che tuteli tutti allo stesso modo".
Sulle soluzioni del problema la Moraca è netta: "Non si possono prevedere soluzioni miopi come il ricorso alle cooperative per sopperire la carenza di personale. I medici mandati dalle cooperative hanno la specializzazione indicata per ricoprire quel ruolo e la formazione adeguata? Sono soprattutto neolaureati o pensionati, per non parlare dei costi sostenuti dagli enti nella retribuzione del turno".