GIUSEPPE POLI
Cronaca

La mamma di Gimbo: “Adesso basta sofferenze. Spero smetta di saltare”

Intervista a Sabrina Piastrellini dopo le confessioni choc del figlio a ‘Belve’. “Il giudizio sul papà? Mi dispiace molto perché un genitore va accettato”

Ancona, 28 novembre 2024 – L’altra sera nel programma televisivo della Rai “Belve”, incalzato dalla conduttrice Francesca Fagnani, Gianmarco Tamberi ha parlato senza mezzi termini del suo amore per il basket (“se avessi giocato ancora sarei stato meno orgoglioso, ma più felice. Fare quello che ami fa la differenza, io non amo il mio sport”), di quanto sia stato duro lasciarlo in favore del salto in alto, e naturalmente, del rapporto difficile con il padre, ormai un refrain delle sue interviste (“un genitore deve aiutarti a prendere la strada giusta ma non obbligarti a scegliere che sport fare”). Sui temi toccati a “Belve” e sul futuro di Gimbo ecco sua madre, Sabrina Piastrellini, che già in passato era intervenuta sul turbolento rapporto tra l’ex marito Marco e il figlio campione.

Sabrina Piastrellini, mamma di Gianmarco Tamberi, abbraccia il figlio dopo uno dei tanti successi
Sabrina Piastrellini, mamma di Gianmarco Tamberi, abbraccia il figlio dopo uno dei tanti successi

Qual è il suo pensiero di mamma quando Gianmarco parla del padre?

“Mi dispiace molto. Perché un genitore è unico ed è per sempre. Il fatto che loro si siano bruciati già due anni della loro vita non è bello, è una sofferenza sia per l’uno che per l’altro. Le colpe, come nei matrimoni, sono sempre a metà, e io conosco tutta la dinamica, perché fino a un certo punto sono stata con loro. Marco tutto quello che ha fatto non lo ha fatto per cattiveria, ma per il suo carattere. Non si possono cambiare i genitori, bisogna accettarli e prenderli come sono. Poi, ovviamente, da grande ognuno prende la sua strada. Non è stata una famiglia disastrata, la nostra, solo una con un padre dal carattere molto particolare e questo ha fatto sì che le dinamiche diventassero più difficili”.

Ma è stata così complicata, per suo figlio, la scelta dell’atletica?

“Sì, è stata veramente così dura. Ma io ho appoggiato il padre. Vedevo che aveva un grande talento, d’altro canto anch’io insegno scienze motorie a scuola e mi rendo conto di quando uno ha un talento piuttosto di un altro. La sua spinta dei piedi, la reattività era molto evidente”.

Però negli anni ha vinto Europei, Mondiali e Olimpiadi: non dovrebbe essere passata?

“Sì, dovrebbe. Ma siccome lui un po’ come carattere porta rancore, è probabile che quando gli si toccano queste corde allora tutto torna fuori. Fu una scelta difficile. Ma alla fine è stato sempre lui a scegliere. Obbligato? No. Quando a un figlio cerchi di far capire certe cose, magari lo fai un po’ insistentemente, lo abbiamo spinto verso l’atletica, gli abbiamo fatto vedere le cose positive, questo per accompagnarlo nella scelta”.

I traguardi non l’hanno ripagato della scelta fatta?

“Gli rimane un po’ di amaro. Lui è un giocherellone e questi anni di sacrificio senza il suo gioco sono stati più pesanti rispetto ad altri, che non provano frustrazione. Gianmarco invece è solare, ha la battuta pronta, e per lui il gioco è fondamentale. Ha detto quello che era il suo pensiero, è stato istintivo”.

Ora lei spera che continui?

“Io spero di no. Istintivamente. Ha tante altre capacità, da poter sviluppare, ha raggiunto veramente tanto. Potrebbe accontentarsi, perché poi non sarebbe un ‘accontentarsi’, e magari andare a giocare a pallacanestro. È ciò che gli auguro”.

Ecco: cosa si augura per suo figlio, adesso?

“Mi auguro che possa riuscire a fare d’ora in poi un percorso che gli piace, facendo tesoro di quello che ha fatto finora. Basta con le tribolazioni, con le sofferenze. Le delusioni ci saranno comunque, nella vita, ma le sofferenze dobbiamo imparare a superarle. Gli auguro una vita serena con la sua famiglia e che faccia quello che vuole. Senza il salto in alto”.