Ma per Saltamartini il sistema è ok: "Da gennaio potremo assumere"

L’assessore: col nuovo decreto 10% in più di personale per le Regioni con il bilancio in pari "Mobilità passiva? Paghiamo la presenza di strutture private al confine con l’Emilia-Romagna" .

Ma  per Saltamartini il sistema è ok: "Da gennaio potremo assumere"

L’assessore Filippo Saltamartini

"Il nostro sistema sanitario è tendenzialmente positivo, pur con le difficoltà che si registrano sulla mobilità passiva e sulle liste d’attesa". A dirlo è l’assessore alla sanità delle Marche, Filippo Saltamartini, citando la Corte dei Conti. Riconosce sì il problema che vivono diversi cittadini, in difficoltà per prenotare una visita, ma a quattro anni dall’inizio del mandato con la giunta regionale di Francesco Acquaroli tiene a ribadire i passi in avanti fatti: dalla riorganizzazione del sistema sanitario ai nuovi piani, passando per gli atti aziendali e i macchinari tecnologici acquisiti. Assessore Saltamartini, la situazione delle liste d’attesa nelle Marche è allarmante?

"È un tema che nel Paese si sviluppa da tanti anni e il Covid ha aumentato ulteriormente le difficoltà: molti cittadini sono stati costretti a rinunciare a prestazioni che poi si sono dovute recuperare, mettendo il sistema sanitario a dura prova. Le Marche, a fronte di questa situazione e con l’inizio del nostro mandato, hanno riorganizzato il sistema sanitario nel 2022, poi nel 2023 abbiamo approvato il piano socio-sanitario e ora stiamo lavorando per gli atti aziendali. Le liste di attesa sono quindi una cartina tornasole del sistema sanitario e sono lo strumento con cui lo Stato ne misura l’efficienza. Le Regioni che garantiscono i Lea (Livelli essenziali di assistenza) godono di una quota premiale e noi siamo tra le uniche cinque Regioni adempienti in Italia con Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana. Per questo l’anno scorso abbiamo avuto 11 milioni in più". Sì, ma intanto è stato varato un decreto per tagliare i tempi d’attesa delle visite, segno che per il governo il problema c’è. Ecco, come e quando si vedranno i risultati nelle Marche?

"Nascerà un organismo presieduto dagli assessori regionali alla sanità e ci sarà un responsabile unico per le liste di attesa. Noi avevamo già dato una risposta a questa esigenza due anni fa, creando un coordinamento tra enti. Si riunisce tutti i lunedì per misurare le prestazioni, con un monitoraggio che è già giornaliero grazie al Cup (Centro unico di prenotazione), che alloca o prende in carico le prestazioni. Soddisfiamo la domanda a 10 giorni (B) nel 92% dei casi e a 60 giorni (D) nel 70%. Siamo invece molto più indietro e in affanno sulle programmabili (P). Qui a volte succede anche che i presi in carico non siano richiamati, ma la legge nazionale ha un punto importante: le Regioni che hanno il pareggio di bilancio e sono adempienti Lea, e noi in entrambi i casi siamo adempienti, potranno assumere da gennaio un 10% in più del personale, nel rispetto dei termini e dei tetti fissati dal sistema sanitario nazionale".

Veniamo al nuovo Centro unico di prenotazione, a che punto siete con la gara di appalto?

"Le procedure sono in corso e c’è un interesse pubblico alla velocizzazione delle fasi, pur nella piena legalità e nel pieno rispetto della legge sugli appalti pubblici".

La Corte dei Conti ha evidenziato che nel 2023 le Marche hanno speso oltre 20 milioni di euro per i medici ‘gettonisti’, mentre nel 2022 ne erano stati spesi appena quattro, un quinto. Come mai questo incremento?

"L’Italia non ha formato i medici necessari al sistema. Quest’anno entrano in servizio 10mila medici decisi nel 2015, di cui soltanto seimila specializzati, ma in pensione ne vanno ben 16mila. Chiudiamo i pronto soccorso e le potes? Il nostro bilancio è in pareggio e quindi il nostro compito è di assicurare la presenza dei medici anche delle cooperative o in altre forme per la continuità dei servizi".

La mobilità passiva, ovvero i marchigiani che vanno a curarsi in altre regioni, aumenta. Nel 2023 ha raggiunto oltre 155 milioni, con un saldo negativo tra mobilità passiva e mobilità attiva di quasi 40 milioni, maggiore dei 26 milioni circa del 2022 e del 2021. Negli anni questo trend si potrà ridurre? E come?

"Il riferimento non può che essere agli anni del Covid. Negli ultimi dieci anni paghiamo come Regione Marche, tra la sanità in entrata e quella in uscita, circa 50 milioni che pesano moltissimo. La riforma del 2022 sta dando ora i primi frutti. Infatti, la mobilità è solo leggermente diminuita rispetto alla quota di 50 milioni. E subiamo la presenza di strutture di sanità privata al confine, che assegnano le prestazioni anche nello stesso giorno della ricetta del medico di medicina generale. C’è da chiedersi se lo stesso giorno i riminesi, i ravennati o i forlivesi abbiano la loro prestazione. Per noi, comunque, il modello prevalente è il pubblico, il privato ci deve aiutare là dove il pubblico non arriva".

L’ultimo rapporto Gimbe parla di rinunce di un marchigiano su dieci alle cure mediche, contro il 7,6 nazionale. A che cosa è dovuto, secondo lei?

"È lo stesso studio sociologico dell’evasione fiscale o della povertà. La nostra è una regione che vanta alti livelli di occupazione, altissime quote di risparmio, oltre a un’estesa rete di associazioni del terzo settore. Considerato che siamo Lea adempienti e che tutto il sistema è gratuito, chi sarebbero quelli che rinunciano? Oltre ai casi, che certo esistono, c’è anche molta propaganda della sinistra, che dopo avere governato per 25 anni adesso si ripresenta con il modello del Comune di Pesaro".

Nicholas Masetti