L’uomo delle acque minerali e del food. Istrionico e vulcanico col pallino del calcio

Venti anni fa fu proprietario per alcuni giorni anche della Samb per poi restituire il pacchetto a Gaucci.

L’uomo delle acque minerali e del food. Istrionico e vulcanico col pallino del calcio

L’uomo delle acque minerali e del food. Istrionico e vulcanico col pallino del calcio

Ma chi è Francesco Agnello, l’imprenditore delle acque minerali, come la famosa curva del circuito di Imola? E’ nato nel 1964 a Torre Annunziata ma risiede stabilmente a Roma, nel quartiere Parioli. E’ proprio qui, nel palazzo dove si trova la sua attuale abitazione, che è stato curiosamente protagonista, insieme a sua moglie, di una vicenda poco edificante che lo scorso anno gli è valsa una condanna per stalking a un anno e due mesi di reclusione. Agnello è un imprenditore descritto come istrionico e vulcanico – le azioni di cui s’è reso protagonista nella vicenda della condanna lo confermerebbero – attivo nell’ambito della distribuzione di bevande e bibite, tra le quali c’è anche l’acqua minerale, la più nota è quella con il marchio Sangemini, ed è anche a capo di una holding nel settore del food. Tre anni fa il suo nome emerge per l’interesse a rilevare la Salernitana, negli ultimi anni viene accostato anche all’Avellino, alla Reggina e alla Casertana, negli ultimi mesi al Barletta, oltre vent’anni fa fu proprietario per alcuni giorni della Sambenedettese in una vicenda poco chiara di acquisto e poi frettolosa restituzione a patron Gaucci.

Pare che si sia interessato anche al Torino. Per quanto riguarda il food, negli scorsi anni Agnello ha rilevato il pastificio toscano Conforti, ma anche lo storico salumificio Venegoni di Boffalora, nel Milanese, e il salumificio Aliprandi di Gussago, nel Bresciano.

Insomma, è un imprenditore molto attivo nel settore alimentare e delle bevande, ma non sempre così trasparente: qualcuno ha fatto indagini in passato, faticando a trovare alcune sue società agli indirizzi dichiarati alla Camera di commercio della regione in questione: magari un trasloco improvviso, chissà. La passione per il calcio, comunque, è nota, d’altra parte sono oltre vent’anni che prova a fare investimenti anche in questo campo. Pare che nei giorni scorsi abbia bussato alla porta di Silvetti ma che sia stato snobbato. Ora è proprietario dell’Us Ancona ma non ha né un campionato né uno stadio dove giocare, né i marchi, che sono di proprietà della tifoseria. Dunque dovrà presentarsi nuovamente dal primo cittadino, anche se stavolta con la giacca dell’Us Ancona.

g.p.