Luigi Vanvitelli e le opere in città: in un volume il lungo rapporto

Luigi Vanvitelli e le opere in città:  in un volume il lungo rapporto

Luigi Vanvitelli e le opere in città: in un volume il lungo rapporto

Luigi Vanvitelli mori a Caserta il primo marzo 1773 senza poter vedere la conclusione della sua più importante opera architettonica, la reggia voluta da Carlo di Borbone, re di Napoli e poi re di Spagna.

Dopo 250 anni questo personaggio, che fu uno degli architetti più importanti del XVIII secolo, sarà ricordato con una serie di manifestazioni che ne esalteranno la figura nelle tre città che più di altre hanno potuto godere dei suoi progetti, Caserta, Roma e Ancona.

Vanvitelli, per nostro piacere, ha lasciato in città una serie di opere che contribuiscono a renderla ancor più affascinante: Il Lazzaretto, l’Arco Clementino, la Chiesa del Gesù, il tempietto che in Cattedrale conserva l’immagine di Maria Regina di tutti i Santi, ma anche opere minori a lui attribuite come il balcone di palazzo Ferretti al Guasco, quello di palazzo Milllo in corso Mazzini e il tronetto per l’ostensorio della chiesa di San Biagio appena restaurata.

A questo grande artista, Ancona dedicò nel 1980 una rassegna documentaria di grande rilievo a palazzo Bosdari, sede della Pinacoteca comunale Francesco Podesti.

Per l’occasione fu realizzata una pubblicazione, oggi consultabile nella Biblioteca Benincasa, che consente di ripercorrere le vicende della Mole dalla sua progettazione in poi.

Si tratta di un piccolo volume, molto e in maniera più abbondante si è scritto su questa ingegnosa opera architettonica, ma sicuramente interessante per la quantità di notizie anche bibliografiche che sono in essa contenute.

Come ad esempio le varie pestilenze che hanno colpito Ancona nei secoli o la relazione scritta dall’architetto nel 1736 per resocontare lo stato di avanzamento dei lavori del Lazzaretto, conservata presso l’Archivio di Stato di Ancona, i movimenti delle merci e le regole di contumacia, la funzione difensiva della Mole sotto il governo pontificio e nei periodi di occupazione austriaca e francese.

La curiosa descrizione che Giacomo Casanova, proveniente da Venezia, fa del suo arrivo ad Ancona dove viene messo in quarantena alla Mole nel 1744.

Sicuramente difficile da trovare altrove tutte ben elencate: le vicende principali che sono legate al Lazzaretto del Vanvitelli dal momento in cui viene edificato, come la data della fine della sua funzione sanitaria nel 1861 quando viene definitivamente trasformato in caserma o quando nel 1852 gli austriaci vi tengono gli interrogatori dei patrioti anconetani, le esecuzioni dei ribelli.

Nel volume si può leggere infine quelle che allora, nel 1980, erano le i dee ed i progetti per il futuro Lazzaretto. Sarà andata cosi?

Claudio Desideri