di Giacomo Giampieri
"Ho visto mia madre e mia sorella travolte dal fiume. L’acqua me le ha portate via davanti agli occhi e non so le rivedrò vive". Aveva capito tutto, da subito, Simone Bartolucci, il 23enne tra i sopravvissuti miracolosamente alla tragica all’alluvione che ha funestato la vallata del Nevola. Quel fiume amico-nemico, che più a sud confluisce nel Misa. Aveva ricevuto una chiamata sospetta, Simone: "Mettetevi in salvo, sta arrivando la piena".
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Ci ha provato, prendendosi per l’ennesima volta la famiglia sulle spalle, quel bravo ragazzo che lavora a pochi metri, al Molino Paolo Mariani, e di cui tutti ne parlano un gran bene. Ha invitato la madre, Brunella Chiù, 56 anni, a salire in macchina assieme alla sorella 17enne, Noemi. Lui le avrebbe seguite dietro, con l’altra auto. Pronti alla fuga ("Era già capitato altre volte", sussurra il giovane). Mentre stava salendo, per ultimo, è arrivato lo tsunami che ha trascinato via l’auto sulla quale erano salite Brunella e Noemi. Simone, invece, è stato centrato dall’acqua e sbalzato via dalla corrente fino a un tronco, dov’è riuscito ad aggrapparsi con le energie residue: "Sono stato lì per due ore, aspettando qualcuno che mi venisse a salvare". Che era riuscito ad avvertire poco prima tramite amici di famiglia, come confessato da Carmen Coppari: "Simone è molto amico di mio figlio – spiega la donna – e ci ha chiamati dicendo che era in difficoltà appeso ad una pianta. Abbiamo provato a chiamare i soccorsi, le linee telefoniche erano in tilt. Poi siamo stati lì, in attesa che lo aiutassero ad uscire dall’acqua". Ma intanto il Nevola non aveva pietà per l’autovettura con a bordo Brunella e Noemi, che è stata vista passare addirittura in zona Corinaldo da un testimone oculare, come fosse un’imbarcazione alla deriva, ma non è chiaro se fossero ancora a bordo. Mamma e figlia disperse, trascinate a distanza di chilometri. Le hanno cercate senza tregua, nuclei dei vigili del fuoco, volontari della protezione civile e amici arrivati alla spicciolata, considerato che le linee di collegamento viarie nel triangolo Barbara-Castelleone-Ostra Vetere erano tutte fuori uso (è perfino crollato un ponte sulla barbarese, ndr). Gli elicotteri hanno sorvolato la zona, guardando dall’alto tra anfratti, vegetazione e il mare di melma. "Brunella, amica mia – è la signora Dora che parla -. Una donna unica, grande lavoratrice, ama i suoi figli. Vorrei riabbracciarla presto". "Noemi, non farci scherzi - piangono e si confortano a vicenda i compagni del liceo delle Scienze umane di Senigallia e compaesani -. Non possiamo immaginare cosa le può essere accaduto. Una ragazza solare, speciale e disponibile verso gli altri. Ti aspettiamo". In serata la notizia dell’identificazione del corpo di Noemi all’obitorio dell’Inrca di Ancona. Per Brunella si spera e si prega.