SILVIA SANTINI
Cronaca

Loreto in preghiera. Al Santuario pontificio una folla silenziosa per Papa Francesco

In tanti lunedì sera alla messa e alla recita del Santo Rosario: presto il suffragio. Dal Cin: "Avrà ricevuto il buongiorno dai poveri che amava".

In tanti lunedì sera alla messa e alla recita del Santo Rosario: presto il suffragio. Dal Cin: "Avrà ricevuto il buongiorno dai poveri che amava".

In tanti lunedì sera alla messa e alla recita del Santo Rosario: presto il suffragio. Dal Cin: "Avrà ricevuto il buongiorno dai poveri che amava".

In tanti lunedì sera hanno preso parte, prima della celebrazione dell’ultima messa festiva, alla recita del Santo Rosario al Santuario pontificio della Santa Casa di Loreto per Papa Francesco. Presto sarà organizzata una messa in suffragio. A mezzogiorno lunedì ha suonato la "Loreta", la grande campana che annuncia momenti importanti e significati per la Chiesa. Ha suonato 88 colpi, tanti quanti gli anni del pontefice. Tutti i loretani ricordano la sua visita il 25 marzo 2019. Dal sagrato della basilica della Santa Casa disse: "La Santa Casa è la casa dei giovani perché qui la Vergine Maria continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione. Per questo ho voluto firmare qui l’Esortazione apostolica frutto del Sinodo dedicato ai giovani. Si intitola "Christus vivit – Cristo vive".

Il santuario, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta a diventare luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, che assume un’importanza e una missione essenziali. L’esperienza domestica della Vergine Santa sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli ma devono camminare strettamente uniti. La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia. Per favore, non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta nelle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano". Poi li ha voluti salutare uno a uno. Più di un centinaio di persone, prima i frati cappuccini in sagrestia e poi gli ammalati che il Papa ha voluto stretti a sé in basilica, non accettando altri mentre celebrava la Messa in Santa Casa. Scherzando con loro subito dopo l’eucaristia non ha acconsentito ai baciamano ma solo a strette di mano e ad abbracci, a sottolineare lo spirito da pellegrino con cui è venuto, velocizzando in simpatia i saluti. Al suo arrivo ha accerchiato la fontana di fronte alla basilica e accarezzato alla testa un bimbo, alzato al cielo da un genitore commosso per porgerlo tra le sue mani. Un gesto fulmineo che ha acceso gli sguardi della folla in festa.

Toccanti oggi le parole dell’arcivescovo delegato pontificio di Loreto Fabio Dal Cin: "Lui solitamente iniziava i suoi incontri con il buongiorno e la buona sera come si è presentato il giorno dell’elezione sulla loggia di San Pietro. Penso che questa mattina il buongiorno lo abbia ricevuto in Paradiso da tutti quei poveri, quegli ultimi, quegli scartati, del mondo, gli infelici che lui ha difeso, aiutato, e incoraggiato a vivere. E’ stato il Papa della misericordia per tutti e dunque anche della speranza per tutti, il Papa della pace. E’ stato il Papa che ci ha insegnato a vivere il Vangelo, a scommettere sul Vangelo. Il suo esempio ispiri tutti noi ad agire per la giustizia, per la pace, per l’unità in nome di quel Cristo in cui lui ha sempre creduto, sperato e amato".