REDAZIONE ANCONA

Lo stoccafisso all’Anconitana: ecco come è arrivato sulle tavole

In un volume edito dalla stessa Accademia si ripercorre la storia del piatto tipico della città.

Lo stoccafisso all’Anconitana: ecco come è arrivato sulle tavole

La scorsa settimana ha preso avvio l’iniziativa, voluta dall’Accademia dello stoccafisso all’anconetana, che sino al 12 maggio coinvolge ben trentuno ristoranti nella preparazione di questo piatto molto amato dagli anconetani. Ma quanti di loro sanno quando e come è giunto il prezioso merluzzo nella nostra città? Chi desidera saperlo deve leggere un libro, edito dalla stessa Accademia, dal titolo: "L’olandese di Ancona e lo stoccafisso".

Una pubblicazione veramente nuova, nell’ambito dell’editoria legata al cibo, perché racconta l’arrivo dello stoccafisso ad Ancona in maniera romanzata coinvolgendo il lettore in una specie di scena teatrale facendogli rivivere quanto è accaduto e provare le stesse emozioni dei personaggi, realmente esistiti, legati a questa incredibile storia.

"Una storia proveniente da una Ancona del XVII secolo che riaffiora dal tempo per essere riportata a noi, con il suo porto e i suoi portuali, i vicoli, le taverne da cui, in cottura, si sprigionava l’odore dello stoccafisso". Il progetto che ha portato alla pubblicazione del volume è stato ideato e concretizzato da tre membri dell’Accademia: Alessandro Badaloni, Cassandra Mengarelli e Fabio Manini e da due noti artisti del disegno: Giancarlo Alessandrini e Fabrizio Pasini. E si perché in questo libro sullo stoccafisso, la storia oltre a essere raccontata dalle parole lo è anche dai fumetti con l’olandese che si aggira per Ancona attraversando vie e piazze con i loro monumenti, molti dei quali andati scomparsi. L’olandese altro non è che Balthasar Van Der Goes, un imprenditore e armatore che visse nella città dorica buona parte del XVII secolo.

"Attore fondamentale nel favorire la promozione di questo ‘pesce bastone’ poiché ne era l’importatore diretto dai paesi del nord Europa". Anche se chi portò in Italia lo stoccafisso fu il veneziano Pietro Querini, chi lo portò nelle tavole degli anconetani fu Balthasar che trasformò il merluzzo essiccato da provvista alimentare per le navi a cibo per tutti. Il volume ripercorre gli avvenimenti storici legati al periodo e ai fatti che, per quanto siano romanzati, poggiano su una attenta e meticolosa ricerca eseguita su testi antichi, moderni e carte d’archivio. La volontà, sicuramente raggiunta dagli autori, è quella di: "non realizzare un trattato di storia, ma un libro che, pur basandosi su fatti storici veramente accaduti e comprovati, contenesse anche degli aspetti ironici che consentissero una lettura agevole e divertente".

Conclude l’opera una appendice con le ricette proposte dai grandi cuochi del passato con lo stoccafisso come ingrediente principale. Buona lettura e… buon appetito.

Claudio Desideri