Lo sbarco dei profughi. Sono 34 i sopravvissuti: "Venduti e torturati, un viaggio dall’inferno"

Quello di ieri è il decimo approdo al porto dorico: mille i migranti accolti. Sono stati salvati davanti alle coste libiche, tra loro anche 15 minorenni. Fulvia Conte di Medici senza Frontiere: "Arrivano da Paesi devastati". .

Lo sbarco dei profughi. Sono 34 i sopravvissuti: "Venduti e torturati, un viaggio dall’inferno"

Lo sbarco dei profughi. Sono 34 i sopravvissuti: "Venduti e torturati, un viaggio dall’inferno"

Violenze, torture e l’inferno vissuto sulla propria pelle. Le immagini diffuse dai carcerieri in video chiamata per spingere i familiari a inviare soldi. Sono alcune delle storie emerse dai racconti dei migranti sbarcati dalla Geo Barents ieri mattina alla banchina 19 dello scalo dorico. La nave umanitaria di Medici Senza Frontiere è approdata alle 8,30 con 34 naufraghi a bordo (in un atto dell’amministrazione comunale si parlava di 48 persone): si tratta di 19 adulti e 15 minori dei quali 14 non accompagnati. Tra i migranti-naufraghi, salvati il 27 giugno scorso davanti alle coste libiche, c’è anche una ragazzina minorenne. Sono in corso i primi controlli di tipo sanitario sull’imbarcazione e le procedure di accoglienza e identificazione sono coordinate dalla Prefettura di Ancona. Ventisette dei naufraghi verranno ospitati nelle Marche mentre sette dei minori verranno presi in carico dal ministero dell’Interno e trasferiti in strutture nel Molise.

Quello andato in scena ieri mattina è il decimo sbarco di migranti ad Ancona dall’11 gennaio 2023, uno dei meno numerosi, ma anche tra i più drammatici. I 34 sono partiti mesi fa dai Paesi d’origine, zona del Corno d’Africa, tra Sudan, Eritrea, Etiopia ed Egitto; scambiati e venduti tra milizie in Libia, le immagini terribili diffuse ai propri genitori o alle famiglie dai trafficanti per avere più soldi. A riferire i racconti dei migranti, Fulvia Conte, responsabile ricerca e soccorso per Medici senza Frontiere: "Sono situazioni drammatiche – osserva Conte – anche perché altrimenti le persone non avrebbero preso la via del mare, non sarebbero passate in Libia. Ci sono moltissimi minori non accompagnati, anche una minorenne. Le persone vengono da paesi devastati, hanno trascorso mesi in Libia e hanno subito torture, violenze e abusi, come ci raccontano tutte le persone che passano lì. Ci sono anche ragazzini molto piccoli che viaggiano da soli, adolescenti che nel nostro Paese forse non faremmo andare a scuola da soli. Viaggiano da soli per mesi, non vedono e non sentono le famiglie da tantissimo tempo, e ci raccontano che era l’unica possibilità per poter avere un futuro".

La responsabile di Msf tocca poi il nodo dei porti assegnati alle navi delle ong: "Un viaggio ingiusto: è l’ennesima volta in cui vengono assegnati porti lontani. Ci abbiamo messo quattro giorni di navigazione e, tra l’altro, le navi hanno una velocità molto ridotta e sarebbe stato molto più giusto e molto più degno a sbarcare le persone in un porto più vicino e poi ripartirle con mezzi più veloci in Italia. Sono persone che appunto hanno già vissuto abbastanza ingiustizie e quella di arrivare fino ad Ancona del Porto per sbarcare è l’ultima di queste".

"Grazie al lavoro degli uomini e le donne della Polizia di Stato, in sinergia con tutti gli altri operatori coinvolti, è possibile parlare di una ormai ben rodata macchina dell’accoglienza: Prefettura, Comune, Protezione Civile – spiega una nota della questura – Con quello di oggi sono oltre mille i migranti che hanno trovato riparo sicuro nel capoluogo dorico. Accoglienza ma non solo: la Polizia di Stato, è coinvolta anche in importanti operazioni volte alla prevenzione e repressione di reati connessi ai fenomeni migratori".

Pierfrancesco Curzi