di Marina Verdenelli
Denigrata, minacciata e picchiata dal marito che diventava violento soprattutto dopo aver abusato nel bere alcolici. "Se eri in India eri già morta", le avrebbe detto un giorno, e "prima ti ammazzo poi vado in galera". Per otto anni una donna indiana avrebbe sopportato i soprusi ma quando si è vista puntare contro la lama di un coltello ha temuto davvero per la sua vita e per quella dei suoi due figli arrivando a denunciare il marito, suo connazionale.
Con l’accusa di maltrattamenti in famiglia un 61enne è finito a processo davanti al collegio penale del tribunale dorico. L’episodio che ha portato anche alla misura di un divieto di avvicinamento al nucleo familiare per l’imputato, con tanto di braccialetto elettronico, risale al 18 settembre scorso. Era domenica quando in casa, la famiglia è residente in un quartiere del capoluogo dorico, è scoppiato un litigio. Il marito avrebbe iniziato ad inveire contro la moglie con fare violento. La moglie ieri ha riferito di quell’episodio in aula, come parte offesa. "Quando beveva reagiva così – ha riferito la donna – con violenze anche fisiche. E’ capitato che mio figlio intervenisse per fermarlo ma mio marito poi si scagliava anche contro di lui. Percosse? Sì le abbiamo subite, anche con segni sul corpo, ma non siamo mai andati in ospedale per paura di ritorsioni. Non volevo distruggere la famiglia".
A settembre l’indiano sarebbe entrato in cucina e avrebbe afferrato un coltello, con una lama lunga, minacciando di usarlo contro la moglie. "Dopo vado in galera ma prima ti uccido" le avrebbe urlato. La figlia che era in casa ha chiamato i carabinieri e una pattuglia del radiomobile è arrivata in casa loro. La moglie dell’imputato ha poi fatto denuncia.
In tribunale ieri sono stati sentiti anche i figli della coppia, che hanno confermato la versione della madre. La figlia ha riferito anche che una volta, quando erano tornati in India per vacanza, il padre avrebbe minacciato la madre così: "Non ti farò più venire in Italia, ti tolgo i documenti". Accuse tutte respinte dall’imputato, difeso dall’avvocato Maria Alessandra Tatò che ieri ha chiesto la revoca del braccialetto elettronico per il suo assistito. La moglie e i figli si sono opposti. Il collegio, presieduto dal giudice Carlo Cimini, si è riservato di decidere. L’imputato è stato in cura al sert per la dipendenza dall’alcol. Prossima udienza il 3 maggio.