REDAZIONE ANCONA

"Le liste d’attesa vanno azzerate: basta applicare la legge"

Il Popolo della Famiglia Marche propone una soluzione per azzerare le liste d'attesa per le prestazioni sanitarie, applicando la legge esistente dal 1998. La proposta prevede che siano le strutture private a chiedere i rimborsi alle Ast.

Il problema dei lunghissimi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie ci perseguita ormai da decenni con conseguenze negative per la salute e per il portafogli dei cittadini. Le liste vanno azzerate. Come? Basta applicare la legge esistente addirittura dal 1998. Come Popolo della Famiglia Marche abbiamo fatto accessi civici a ogni Ast marchigiana per chiedere se e in che modo venga applicata la legge 1241998 che prevede, in caso di impossibilità del Servizio Sanitario pubblico di rispettare i tempi di priorità delle impegnative, la possibilità, per il cittadino, di richiedere all’Ast di usufruire di prestazioni in attività libero professionale pagando solo il Ticket (se dovuto) con il restante costo a carico del sistema sanitario regionale. A questo proposito, siamo stati contattati da Sebastiano Consoli che ha avuto, come moltissimi altri marchigiani, problemi con le liste d’attesa. Questo cittadino al quale, dopo varie chiamate al Cup, era stato prospettato un appuntamento per un’ecografia a giugno 2024 (l’impegnativa aveva priorità B, entro 10 giorni) ha scritto all’Ast chiedendo l’applicazione della legge 1241998 e nella stessa Pec ha chiesto al di intervenire per affrontare il suo problema e quello di moltissimi altri cittadini marchigiani. Dopo varie comunicazioni inviate (e nessuna risposta arrivata al sig. Consoli) abbiamo scritto anche noi all’Ast Ancona e all’assessore regionale alla Sanità chiedendo: il rimborso di quanto da lui pagato per la visita privata (che alla fine è stato costretto a fare) e l’applicazione della legge 124 per tutti. Abbiamo proposto, inoltre, un modo per permettere all’utente di accedere ai benefici previsti dalla legge in modo semplice e non gravoso. La nostra proposta evita l’onere, per i cittadini, di richiedere all’Ast l’accesso alla prestazione in libera professione con i costi a carico del sistema sanitario regionale. Prevede di disporre che siano direttamente le strutture private convenzionate, accreditate o in intramoenia a chiedere i rimborsi alle Ast. Il Cup nel caso non riesca a garantire la prestazione nei tempi previsti, avvisa l’utente informandolo che potrà recarsi nelle strutture dove vengono erogati servizi sanitari, in attività libero - professionale, con un documento o un codice di prenotazione rilasciato dallo stesso Cup che consenta di ricevere la prestazione pagando solo il ticket sanitario, se dovuto.

Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale marchigiano del Popolo della Famiglia