di Pierfrancesco Curzi
È sorpresa solo in parte Luisa Davanzali, la figlia maggiore di Aldo Davanzali, fondatore della compagnia aerea Itavia, dalle esternazioni rilasciate ieri dall’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato sulla strage di Ustica la sera del 27 giugno 1980, secondo cui il Dc9 dell’Itavia sarebbe stato abbattuto da un missile francese: "Il presidente Amato lo ringrazio per il coraggio, ma forse lui, come altri, dovevano farle prima queste dichiarazioni. In fondo sono state tirate fuori tesi, versioni, ipotesi, già note, di cui abbiamo già parlato – spiega la figlia dell’imprenditore sirolese vissuto ad Ancona – E’ giunto il momento di chiedere scusa alle 81 vittime della tragedia, ai 12 bambini soprattutto, e poi alla memoria e al rispetto di mio padre, distrutto dallo Stato quarant’anni fa".
Il cedimento strutturale del DC-9 dell’Itavia appunto è stata la tesi seguita dall’autorità giudiziaria che spinse l’allora Ministro dei Trasporti, Rino Formica, a ritirare all’Itavia la concessione. Il danno, la terribile colpa per quanto accaduto sul cielo del Tirreno quella sera, affibbiata alla compagnia di Davanzali, morto poi nel 2005: "Nessuno ha mai chiesto scusa a lui e a noi per quell’accusa assurda – aggiunge Luisa Davanzali che poi si rivolge direttamente alla Francia – Amato ha chiamato in causa la Francia e allora io mi rivolgo al presidente Macron. Lui non c’era a quel tempo, ma se ha a cuore la verità e la giustizia faccia almeno una dichiarazione e soprattutto faccia prevalere la verità e vivere più tranquilli i familiari delle vittime e noi. Questa è una vergogna condivisa che in tanti si portano addosso e la Francia, con le sue istituzioni, dovrebbe riflettere sull’opportunità di soppesare le sue, eventuali responsabilità. Non è giusto che sia passato così tanto tempo senza verità".
Sono trascorsi più di 43 anni da quella tragedia rimasta senza colpevoli e nel frattempo, come già accennato, sia l’Itavia che il resto delle attività imprenditoriali di Aldo Davanzali sono state colpite di riflesso da quell’accusa infamante. Soltanto pochi anni or sono la tesi del danno strutturale è stata cancellata e nel 2018 è arrivato un risarcimento di 330 milioni proprio alle figlie di Davanzali: "Oltre a essere stato un pioniere nel creare una compagnia per il trasporto aereo, nostro padre ha fatto tanto per il porto di Ancona, la sua città. Quella somma è stata la liquidazione nei confronti dell’Itavia, non un risarcimento totale nei nostri confronti. Lo Stato ci ha ridato indietro poco o nulla rispetto al danno fatto, ma ripeto – precisa Luisa Davanzali – prima di tutto conta la memoria delle 81 vittime. Alcuni anni fa io e mia sorella Tiziana abbiamo riprovato a creare una compagnia aerea, seguendo l’esempio di nostro padre, ma non ci siamo riuscite".