Lunedì sarà sciopero nazionale dei metalmeccanici con otto ore di astensione dal lavoro per la difesa dell’occupazione e il rinnovo del contratto. Tutta Italia parteciperà e a Fabriano, toccata in maniera seria dalla crisi, i sindacati si stanno organizzando per iniziative da portare avanti, per far sentire la voce dei lavoratori in serie difficoltà, famiglie intere incerte sul proprio futuro. E’ in corso l’organizzazione di manifestazioni perché la città ha chiuso l’anno con gravi carenze. Il pensiero a Natale è stato tutto per quei dipendenti.
Tra vertenza Beko e chiusura Giano sono oltre 600 i posti di lavoro a rischio scomparsa in tutti i siti coinvolti, non solo a Fabriano. Per evitare questo ennesimo collasso occupazionale, su entrambe le vertenze stanno facendo fronte comune sindacati e istituzioni. Oggi, come di consueto dopo la pausa natalizia, alla Beko si torna a lavorare per metà della produttività nello stabilimento di Melano.
"Il piano presentato da Beko è irricevibile ma confidiamo molto nella trattativa e nella possibilità di influire attivamente, anche grazie al Golden Power. Le vertenze Beko e Fedrigoni rappresentano una sfida cruciale per le nostre aree interne, già duramente colpite dalla crisi economica", aveva detto l’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi durante l’incontro convocato dalla Regione a Fabriano, in collaborazione con il Comune. L’appuntamento aveva fatto seguito al vertice al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), durante il quale la Beko ha presentato un piano industriale che prevede mille e 935 esuberi in Italia su quattromila e 400 occupati entro il 2025.
Nello specifico nelle Marche si parla della chiusura dello stabilimento di Comunanza nell’ascolano (320 esuberi), dei 66 esuberi a Melano nel fabrianese e della chiusura del centro Ricerca e Sviluppo di Fabriano con un impatto anche sul settore impiegatizio. In programma già forse entro il mese un nuovo tavolo tra sindacati e vertici Beko Europe.
Sul fronte Cartiere Fedrigoni, la Regione e il Ministero hanno richiesto misure di mitigazione rispetto alla chiusura del sito produttivo di Giano di Fabriano. L’azienda aveva annunciato 195 licenziamenti diretti entro il 2024 con circa 50 posti di lavoro persi nell’indotto, e aveva presentato poi un piano che ridurrebbe gli esuberi di 130 unità. Il 18 dicembre nell’impianto di Rocchetta è stata prodotta l’ultima risma di Fabriano Copy 2 con la tipica copertina bianca e azzurra. Dopo che l’11 era stata spenta la F3. E questo perché l’accordo trovato nell’ambito della vertenza Fedrigoni prevede che la Giano srl, società attiva nel ramo della produzione di carta per ufficio, venga dismessa a fine anno. I 173 dipendenti dei siti di Vetralla e Fabriano saranno posti in cassa integrazione straordinaria per un anno. In questo lasso di tempo, l’azienda proporrà ricollocamenti: 31 posizioni legate ai Servizi nello stabilimento di Fabriano, 48 legate al business sicurezza sempre a Fabriano, 10 posizioni legate al business Fabriano Colore e simili nel sito di Rocchetta, 16 posizioni vacanti negli altri stabilimenti marchigiani, suscettibili di incremento per via dei prepensionamenti nel corso del 2025, complessivamente una ventina.