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Laurea ad honorem. Il dottor Tamberi ci pensa: "Olimpiadi a Los Angeles?. Potrei anche partecipare"

Il conferimento della pergamena dell’università di Urbino per Scienze dello sport "E’ un onore immenso. Ecco le quattro scelte che mi hanno cambiato la vita".

Laurea ad honorem. Il dottor Tamberi ci pensa: "Olimpiadi a Los Angeles?. Potrei anche partecipare"

Il conferimento della pergamena dell’università di Urbino per Scienze dello sport "E’ un onore immenso. Ecco le quattro scelte che mi hanno cambiato la vita".

Dalla corona d’ulivo per l’oro di Tokyo 2020 a quella d’alloro che spetta ai laureati. Il campione olimpico, mondiale, europeo e italiano di salto in alto Gianmarco Tamberi ora è anche dottore: ieri, l’Università di Urbino gli ha assegnato la laurea magistrale honoris causa in Scienze dello sport. Un conferimento che parte da lontano, dal 9 novembre 2023, quando il Consiglio del Dipartimento di Scienze biomolecolari decise all’unanimità di sottoporre la proposta al rettore, non concentrandosi solo sul suo curriculum sportivo, ma ritenendo anche che lui incarnasse "l’idea di come lo sport contenga valori formativi di grande rilevanza, quali il rispetto degli avversari, la disciplina, la costanza, l’impegno e lo spirito di sacrificio", ha spiegato il direttore Marco Rocchi. Tamberi è tra i più forti atleti marchigiani di sempre, ma un riconoscimento come quello di ieri ancora gli mancava. Tuttavia, inizialmente non era sicuro di volerlo accettare, come ha spiegato alla folta platea che lo ha accolto tra cori e applausi: "Inizialmente ho provato una leggera incertezza di fronte alla prospettiva di ricevere un riconoscimento così importante. Non volevo che sembrasse un modo facile per ottenere ciò che molti di voi hanno conquistato o stanno cercando di conquistare con anni di studi e sacrifici. Ho capito però che rappresenta un riconoscimento non solo per aver eseguito istruzioni da allenatori o preparatori o per i risultati ottenuti, ma anche per essermi sempre messo in gioco con curiosità di migliorare, imparare e apprendere conoscenze in ambito sportivo che mi hanno consentito, negli ultimi due anni, di arrivare a programmare un’intera programmazione atletica in autonomia, portandomi a essere in entrambe le stagioni primo nelle graduatorie mondiali. Sono estremamente grato a Uniurb e al rettore Giorgio Calcagnini per aver riconosciuto in me queste competenze".

Poi è stato il momento della lectio magistralis, ‘La forza delle scelte’, incentrata sulle quattro decisioni che ne hanno indirizzato la carriera e la vita: "La prima fu quando mi trovai di fronte al bivio se continuare a praticare il basket, lo sport che amavo, o il salto in alto, quello per cui probabilmente ero nato. Se avessi seguito solo la parte emotiva non sarei qui, oggi. La seconda fu nel 2016, di cuore, dopo la rottura del tendine d’Achille e con i medici che non sapevano se avrei potuto saltare ancora. Nel letto d’ospedale mi feci scrivere sul gambale da mia moglie Chiara, al tempo mia fidanzata, ‘Road to Tokyo 2020’. Volevo solo tornare ad avere la possibilità di vincere le Olimpiadi". La terza, dolorosissima, arrivò nel 2022: "Dopo 13 anni che mio padre mi allenava, con tanti problemi relazionali, ho scelto di cambiare allenatore e mettermi in gioco. Uscire dalla comfort zone mi ha consentito di capire chi io sia e quanto quei risultati in realtà dipendessero da me e non solo da chi mi stava accanto". Infine, l’ultima, quella presa alle Olimpiadi di Parigi, andando in pedana nonostante i problemi fisici: "Tanti mi hanno chiesto perché l’abbia fatto. Serve il coraggio, nella vita, di affrontare le difficoltà. Questo è il consiglio che vi do: non abbiate paura di fallire, di sbagliare, mettetevi in gioco sempre".

Infine, un accenno alla prossima grande scelta che dovrà fare, se provare a esserci alle Olimpiadi del 2028: "Ho fatto tutti i conti logici sulle probabilità che avrei di vincere a Los Angeles. Ho ben chiaro cosa significherebbe per me, a livello emotivo, anche solo provarci". La scelta non è ancora fatta, ma la porta è aperta.

Nicola Petricca