VALERIO CUCCARONI
Cronaca

L’attacco di Pesaresi: "Musei e spazi chiusi, cultura all’anno zero. L’assessore? Sciagura"

Il consigliere d’opposizione sulla situazione di diversi contenitori. Intanto i lavoratori della Pinacoteca civica si ritrovano disoccupati.

Il consigliere d’opposizione sulla situazione di diversi contenitori. Intanto i lavoratori della Pinacoteca civica si ritrovano disoccupati.

Il consigliere d’opposizione sulla situazione di diversi contenitori. Intanto i lavoratori della Pinacoteca civica si ritrovano disoccupati.

Nella calza della befana i lavoratori della Pinacoteca hanno trovato la disoccupazione. E a distanza di oltre dieci giorni, da quando ha chiuso l’ultima mostra alla Mole Vanvitelliana, non sanno né quando saranno assunti di nuovo né quando uscirà il bando annunciato per lo scorso anno. Sulla chiusura degli spazi culturali comunali circola sui social un’immagine anonima: ci sono le foto della Pinacoteca, dello spazio espositivo della Mole, del Museo della Città e dell’Atelier dell’Arco Amoroso e al centro la scritta "Gennaio 2025 / Zero Cultura", con una didascalia a lato: "Per la prima volta il record di tre musei comunali + diversi spazi espositivi chiusi in Ancona. Tutto bene?".

Carlo Pesaresi (Ancona diamoci del noi), consigliere di opposizione e grande esperto di politiche culturali, nega che sia opera sua, ma non rifiuta di rispondere alle nostre domande sulla questione.

Non pensa che la situazione in cui versano i lavoratori della Pinacoteca comunale sia in parte anche responsabilità della precedente Giunta? È una prassi accettabile per la dignità della persona legare chi lavora a contratti precari di spa e cooperative a cui il Comune appalta servizi essenziali?

"Di per sé l’appalto dei servizi è una procedura che non necessariamente nega i diritti. Bisogna vedere come viene fatto, che condizioni ha, quali garanzie chiede a chi vince gli appalti. Inoltre, i lavoratori della cultura non sono diversi dagli altri: quando c’è una crisi nella manifattura, tutti chiedono sistemi di welfare, ma gli ammortizzatori vanno previsti anche quando chiude uno spazio culturale per esigenze strutturali".

A proposito di spazi chiusi: anche in questo caso, se la Biblioteca comunale è in un limbo da oltre un quinquennio, non dipende anche dalla scelta della precedente giunta di ristrutturare Palazzo Mengoni Ferretti, invece di aprire uno spazio più confacente?

"Sono d’accordo: ho sempre detto che il recupero della Biblioteca in quel luogo è stato un errore, un intervento costosissimo per una struttura inadatta alle funzioni odierne delle biblioteche e ai servizi che deve dare. Non c’è solo il prestito: la fruizione non è più legata soltanto alla lettura, ma anche ad altre attività connesse. L’ex mattatoio comunale è stata un’occasione persa".

Altro spazio chiuso: l’Atelier dell’Arco Amoroso.

"Fu un altro errore chiuderlo, scambiandolo con la Prefettura. Quando fui assessore provinciale alla cultura, mi battei per un diverso uso dell’Atelier e lo misi a bando: per due anni ospitò un progetto internazionale che lo strasformò in un ’Videodromo’".

Nonostante le critiche, l’assessore alla cultura Bertini è ancora al suo posto: lo interpreta come segno di unità dell’attuale Giunta? L’opposizione è altrettanto unita nelle proposte alternative per il settore?

"Secondo me è il segno della loro incapacità di decidere. L’assessore Bertini politicamente è una sciagura per la cultura anconetana: ha dimostrato talmente tante volte la sua inadeguatezza che mi chiedo come possa ricoprire ancora quella carica. Nell’opposizione ci siamo confrontati, sì: le proposte sono di cambiare completamente regime, ragionare su un intervento sulle infrastrutture culturali e sui loro contenuti. Continuiamo a parlare degli spazi, senza sapere cosa ci vogliamo fare".