L’assessore Saltamartini: "Pazienti sulle barelle e incubo liste d’attesa?. Ecco che cosa facciamo"

Intervista sulle tante criticità riscontrate negli ospedali della provincia "Stiamo aprendo dei punti salute sul territorio e agevolando ambulatori ad hoc. Manca personale? Quest’anno sono 20mila i medici avviati alla formazione". .

L’assessore Saltamartini: "Pazienti sulle barelle e incubo liste d’attesa?. Ecco che  cosa facciamo"

Intervista sulle tante criticità riscontrate negli ospedali della provincia "Stiamo aprendo dei punti salute sul territorio e agevolando ambulatori ad hoc. Manca personale? Quest’anno sono 20mila i medici avviati alla formazione". .

di Sara Ferreri

Assessore Saltamartini, partiamo dalla situazione più emergente: i pronto soccorso con i pazienti in barella in attesa di un posto letto anche tre giorni. Accade soprattutto a Jesi ma anche negli altri ospedali della provincia. Cosa state facendo per risolvere la questione?

"Il problema principale è il boarding e cioè le giornate di attesa nel reparto di emergenza urgenza, questo soprattutto per Jesi e il suo comprensorio dove mancano strutture territoriali per la post acuzie e per dimettere i pazienti dalle corsie ospedaliere. Ma a Jesi abbiamo varato assieme all’ex sindaco Massimo Bacci il maggior finanziamento di tutta la regione e cioè 2 milioni e 631mila euro per la casa della comunità destinata a medici di medicina generale e pediatri e 6 milioni e 321mila euro per l’ospedale di comunità proprio per le cure intermedie ed evitare il boarding".

Cantieri che però debbono ancora partire e richiederanno almeno un paio d’anni per la costruzione delle mura più l’attivazione. E nel frattempo che si fa?

"Lavoriamo sui piani aziendali. Questo risente della problematica storica relativa alla post acuzie affidata ai privati. Dobbiamo capire cosa poter fare compatibilmente con i bilanci, se magari comperare posti letto dal privato. Perché l’ospedale di Jesi è un Dea di primo livello con specialistiche di secondo, un ospedale di alta e media complessità. Stiamo aprendo dei punti salute sul territorio e, sul fronte della prevenzione stiamo agevolando la creazione di ambulatori funzionali territoriali e cioè se i medici si riuniscono in studi associati noi diamo fondi per le tecnologie come radiografi ed ecografi. Una sorta di anticipo delle case di comunità. Questo per togliere i codici verdi e bianchi che sono il 70% dagli ospedali. Ne inaugureremo presto alcuni in provincia. Siamo stati tra i primi a portare servizi come l’holter pressorio e cardiaco e la saturazione alle farmacie".

Dunque secondo lei l’intasamento del pronto soccorso non dipende dal taglio dei posti letto che è stato effettuato nell’ultimo decennio?

"Non è una questione di posti letto per acuti, ma di post acuzie per chi è affetto da malattie croniche. Un problema legato alle dimissioni".

Ma il progetto di ampliamento del pronto soccorso di Jesi annunciato nel 2020 che fine ha fatto?

"I lavori stanno per partire: tra fine settembre e inizio ottobre. Il progetto esecutivo è stato approvato e si prevedono sei mesi di lavori per ampliare gli spazi. Era un progetto legato al Covid e serviva a distanziare i pazienti affetti dal virus da quelli negativi. E’ stato finanziato dal decreto legge 34 con 319mila euro a cui abbiamo aggiunto altri 46mila euro di fondi Pnrr".

E il personale? Il Tribunale del Malato e anche la politica paventa il fatto che senza personale le nuove case ed ospedali della comunità rischiano di restare vuoti...

"Il problema è la mancata formazione di medici legata alle decisioni del governo Renzi. Noi abbiamo cercato di ovviare e quest’anno sono 20mila i medici avviati alla formazione. E’ falso che resteranno strutture vuote. Li stiamo formando e abbiamo aggiunto 150 borse come Regione, in aggiunta a quelle statali". Le liste di attesa restano però piuttosto lunghe e alcune prestazioni non sono nemmeno prenotabili perchè le agende sono chiuse...

"E’ un problema presente già dai tempi del governo Ciampi e il Covid ha aggravato la situazione. Ma siamo tra le 5 regioni d’Italia che assicurano i Lea e per questo abbiamo ottenuto un premio di 11 milioni di euro. Non voglio dire che tutti i problemi siano risolti. Il governo Meloni ha stanziato più fondi in assoluto e a fine luglio ha autorizzato le Regioni ad aumentare del 10% rispetto all’aumento del fondo del tetto di spesa il personale e quindi potremo assumere medici per l’emergenza. Le Regioni che hanno i conti in ordine come la nostra hanno ulteriore aumento del 5%".

Cioè quanti medici in più per gli ospedali della nostra provincia?

"Non è ancora possibile quantificarlo, il decreto è recentissimo".

Il sindaco di Jesi Lorenzo Fiodelmondo chiama in causa la Regione Marche per le criticità al pronto soccorso e nei reparti...

"L’ospedale Carlo Urbani serve un’ampia comunità non solo Jesi e vedrà presto i frutti di importanti investimenti che parlano da soli. Forse Fiordelmondo dovrebbe chiedere conto al suo partito che era al governo regionale e centrale quando sono state prese certe decisioni...".