Giampieri
Vicesindaco Giovanni Zinni, che anno è stato il 2024?
"Importante perché abbiamo iniziato ad attuare la nostra linea. Cose fatte, parecchie. Ma è fondamentale che il bilancio sia in equilibrio. Certo, è un vestito un po’ stretto quello che abbiamo ereditato rispetto agli obiettivi della ‘Grande Ancona’. Ma siamo riusciti ad avviare una prima serie di manutenzioni, anche grazie al G7 che ha dato lustro alla città, e garantito vicinanza a ciascun assessorato. Vorremmo fare di più, ma è una politica di piccoli passi".
E allora come si cuce un vestito più largo, se la cassa "piange un po’"?
"Sollecitando gli uffici ad un’ampia partecipazione ai bandi regionali per essere più presenti nella filiera della ripartizione dei fondi europei. Poi c’è la filiera politica e la Regione ci ha sostenuto, ad esempio, per sistemare le strade in vista del G7. Per altre entrate ritengo importante coinvolgere i privati, anche sugli eventi: molti quelli finanziati da loro. Abbiamo quindi lavorato per individuare eventuali sprechi sul versante delle uscite di spesa corrente".
Non dev’essere semplice gestire le "mire" degli assessori che reclamano più risorse...
"È fisiologico. Ma da parte loro c’è responsabilità e comprensione, specie quando ricordo che nel 2016 è stato certificato un disavanzo tecnico di 50 milioni. Ogni anno paghiamo un milione e mezzo di rata. Oggi siamo arrivati a oltre la metà (più di 23 milioni ancora da pagare, ndr) di quell’eredità dataci dal centrosinistra".
E il clima tra voi?
"Non ci sono problemi, è normale interlocuzione. Stiamo crescendo, prendendo dimestichezza con la macchina di governo. Diamoci un pizzico di ottimismo perché i risultati arriveranno. C’è un buon dialogo tra noi. E il sindaco Daniele Silvetti, molto in gamba nelle relazioni con squadra e città, è il nostro perno".
Ha mai pensato, viste le deleghe, ‘ma chi me l’ha fatto fare’?
"Mai, nel rispetto del mandato conferito dagli elettori. Un politico di periferia deve dare soluzioni concrete. Mi dispiace, talvolta, di non poter essere presente come vorrei in famiglia. Ma non ho mai pensato di mollare. Momenti difficili ce ne sono stati, anche di stress. Ma abbiamo un compito, complesso, da portare avanti. E non avendo ricevuto una situazione pasciuta, non sono ammessi errori".
Le deleghe che più la soddisfano?
"Quelle relative alla sicurezza, in virtù di una grande apertura mentale ricevuta dalla Polizia locale e dal senso di responsabilità dei sindacati che ci hanno aiutato. Oggi il Corpo è trasformato, sta iniziando ad essere una forza di polizia che affronta i problemi con mezzi, armamenti e formazione. Cito il nucleo antidegrado, la sperimentazione dei turni serali e il piano delle assunzioni che, in due anni, porterà nuova linfa".
L’anno della svolta per la mobilità urbana?
"Se penso al grande vuoto di prima, sì. Anche perché il Piano urbano per la mobilità sostenibile, eccetto un precedente studio tecnico, ha permesso a noi di scrivere la sceneggiatura con scelte coraggiose. Abbiamo messo al centro il trasporto pubblico locale, non ciclabili e car-sharing. Lavoriamo pancia a terra per ottenere i 7 milioni di fondi ministeriali per l’anello filoviario. E vorremmo adottare cambi di viabilità audaci, come per le vie Giannelli-Vecchini, tutelando residenti e attività economiche".
Poi ci sono state le emergenze.
"Un ringraziamento per tutti, ma per la Protezione civile in particolare. Uffici e volontari. Hanno affrontato ciascuna situazione senza falle. Ed è tantissimo. Perché l’emergenza ti arriva in faccia ed è lì che si vede la capacità di reazione".
Preoccupato per Conerobus? "La gara del 2026 si avvicina e vorremmo metterla nelle migliori condizioni di partecipare. Ma non sono affatto preoccupato per i presunti fallimenti, come paventato da qualcuno dell’opposizione: stiamo intervenendo per ripianare le perdite e ristrutturare l’azienda".
Lo sport è la nota dolente? "Un tema delicato per impianti e gestione delle concessioni. C’è un po’ di sofferenza, ma va riconosciuta la verità e al contempo tutelato il bilancio. A ciò si aggiungono le manutenzioni straordinarie per le quali servirebbero finanziamenti esterni. C’è, però, l’immagine che ci inorgoglisce di uno sport anconetano in salute dal punto di vista tecnico. Auspico un’alleanza tra Comune, federazioni e società per il futuro. Non vedo miracoli nel 2025, ma continuerò a fare il massimo".
Vuole darsi un voto? "Non posso, sarebbe fuorviante. Ma sto dando tutto me stesso e non ho fatto l’arrogante. Non sono un assessore chiuso nel palazzo. Mi scuso se non riesco a ricevere tutti, ma incontro decine di cittadini ogni giorno".