Le Terrazze di Portonovo hanno un ambiente troppo compromesso e l’alternativa era chiuderla al pubblico per ripristinare l’habitat necessario come chiede anche la Comunità Europea in fatto di parchi. Il Parco del Conero infatti non dispone dei fondi necessari ad un intervento. L’arrivo del film sarebbe stato quindi propizio a far fare a loro spese tutti i lavori necessari. Lo hanno chiarito il presidente del Parco Luigi Conte e il direttore Marco Zannini per mettere a tacere le polemiche per aver concesso i permessi. "Gli alberi che dovevano essere tagliati sono stati indicati da noi – ha detto Zannini – è una pratica per ripristinare l’habitat con altre piante altrimenti questo bosco tra 20-30 anni scomparirà perché la zona è molto degradata. L’habitat è dato da un insieme di specie che vivono in simbiosi. Non è la prima volta che il Parco lo fa, è stato fatto anche sul Conero, la zona del Mortarolo, quella delle Cave, a Massignano". Seguendo una planimetria con crocette rosse la produzione del film ha incaricato una ditta al taglio ma nessuno dell’ente Parco è stato poi presente all’azione. Si avrà più verde? A questa domanda Zannini ha risposto "sarà più resiliente". Un leccio per ricrescere impiega anche 20 anni. Anche sul fatto se ci sarà più o meno ombra non è stato precisato. "Ci saranno panchine, una nuova staccionata visto che quella presente era fradicia – ha precisato Conte – nuovi alberi, nuovi giochi per i bambini, un bel regalo all’ambiente tanto che chi ci ha denigrato dovrà ricredersi". Per Zannini i lecci eliminati presentavano segni di sofferenza nelle chiome e ha mostrato video e foto realizzati nella zona prima dell’intervento. C’è attesa per l’indagine dei carabinieri che presenteranno una informativa in Procura per escludere o meno la commissione di reati.
Cronaca"L’alternativa era chiudere, mancano fondi"