SILVIA SANTINI
Cronaca

L’alluvione dell’Aspio. C’è chi ha perso tutto. E ancora non si vede luce in fondo al tunnel

Scarti,cumuli di macerie, materiale da buttare: ecco cosa è rimasto dall’eccezionale evento del 18-19 settembre: "La manutenzione del torrente andava fatta subito, non si può aspettare ancora".

Un ristorante immerso nel famgo: milioni di danni all’Aspio

Un ristorante immerso nel famgo: milioni di danni all’Aspio

Scarti, macerie, era tutto quello che per giorni è rimasto accatastato nei piazzali, materiale rovinato dall’alluvione. Con le pale in mano da giovedì 19 settembre, sporchi di fango, privati e titolari di attività danneggiate non hanno smesso di spalare tra Osimo Stazione e l’Aspio tra Camerano e Ancona. Sembrava l’apocalisse quanto il torrente Aspio è esondato. C’è chi ha "perso" la casa e ha dovuto trovare alloggio in una struttura alberghiera o dai parenti. C’è chi ha dovuto spalare acqua e fango dalla propria attività commerciale, ditta, costata i sacrifici di una vita, e nemmeno per la prima volta a dirla tutta. Sono state ore da incubo, che molti continuano a rivivere anche a distanza di anni nell’osimano. "La manutenzione e la pulizia del torrente Aspio devono essere fatti subito, non si può aspettare. Eventi come quello del 18 e 19 settembre non sono più eccezionali", hanno detto in coro, gridando, i residenti più colpiti, ma anche gli altri, durante i numerosi incontri di quartiere. La portata del fiume Aspio tracimato dai suoi argini ha fatto tremare l’intera Valmusone e non solo, tanto da obbligare la chiusura di tutta l’area compresa tra la Direttissima del Conero, in zona Camerano e Ancona, e la Sbrozzola di Osimo che "sfocia" sul cavalcavia del centro commerciale Cargopier e di tutta la florida area industriale. La Stazione è stata quasi totalmente allagata nell’area attraversata dalla statale 16 in corrispondenza anche dei cavalcavia che collegano Osimo alla parte commerciale di Camerano. Le attività commerciali sono state messe in ginocchio. Devastato in primis appunto l’Aspio compreso tra i tre comuni di Osimo, Camerano e Ancona ma anche Numana con la sua Marcelli, letteralmente sommersa da un’ondata di acqua e fango. Dopo l’alluvione quelle forze si sono unite partecipando al primo incontro del ricostituito "Comitato 16 settembre", quello che nel 2006, ben 18 anni fa, si era formato dopo l’alluvione che devastò Osimo Stazione. Il gruppo ha subito cambiato nome in "Comitato alluvione Marche". Da quel giorno sta combattendo per garantire ristori e tanto altro, tra rimpalli di responsabilità sia a livello economico, per l’erogazione di aiuti, che per i lavori di pulizia e non solo che, era stato detto, stavano proprio per partire.