PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

L’addio della Bertini: "Costretta a dimettermi. Su di me soltanto fango. Non volevo quell’incarico"

La folle giornata dell’ormai ex assessore che ha deciso di confidarsi al Carlino "Ho cercato di fare del mio meglio con fondi irrisori. Si è toccato il fondo".

L’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli: fu lui a spingere per Anna Maria Bertini assessore della giunta Silvetti

L’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli: fu lui a spingere per Anna Maria Bertini assessore della giunta Silvetti

Cronaca di una giornata particolare. Quella di Anna Maria Bertini, ormai ex assessore alla Cultura, con cui il Carlino ha avuto un contatto diretto in mattinata, prima dell’ufficializzazione delle sue dimissioni, e poi nel pomeriggio, a giochi fatti, quando il sindaco ne ha annunciato la fuoriuscita dalla giunta. Dottoressa Bertini, che risveglio è stato stamattina (ieri, ndr)?

"Non bello. Essere dimissionata a mezzo stampa non me lo aspettavo".

Scusi, ma lei non le ha rassegnate le sue dimissioni al sindaco? "No, non mi è stato chiesto nulla e io non ho intenzione di farlo, a meno che non me lo chieda il sindaco in persona".

Cosa può essere accaduto secondo lei?

"Qualcuno di esterno ha deciso di influire nella scelta della giunta. Penso sia la stessa persona (la Bertini non lo pronuncia mai, ma l’identikit è abbastanza delineato e ha le caratteristiche dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, ndr) che ha voluto che io diventassi assessore a giugno 2023. La destra non aveva nessuno e mi è stato quasi imposto di coprire il ruolo di assessore che io non volevo".

Lei non ha cariche partitiche?

"No, sono avulsa dalla politica". Però alla fine ha accettato?

"Mi è stato quasi imposto e io ho cercato di fare del mio meglio, con le poche risorse a disposizione".

Cioè?

"Beh, partiamo dal presente: 25mila euro in cassa concessi dal bilancio per la cultura, di cui 8.500 euro vincolati per la pinacoteca. Si può fare cultura così?".

Lei ha parlato già col sindaco?

"Sì, poco fa ed era sconcertato. Ridicolizzare me significa aver ridicolizzato il sindaco e la giunta tutta".

Cosa c’è dietro questa strategia secondo lei?

"Parte tutto da un atteggiamento di pancia, dettata dagli umori. Ogni giorno c’era una sorpresa, ma non pensavo di arrivare a questo. Ripeto, non c’è mai stato alcun diktat da parte sua, mi ha riferito quanto accaduto ieri sera (martedì, ndr), delle chiamate dei giornalisti, tutto qua".

E quindi a lei le dimissioni non le ha chieste il sindaco?

"No, ripeto, altrimenti avrei preso una decisione".

Sono passate alcune ore, meno di quattro da questa conversazione tra noi e la Bertini. Nel frattempo in conferenza stampa il sindaco Silvetti ha smentito di aver ricevuto alcuna lettera di dimissioni del suo assessore alla Cultura o di averle chieste. Alle 14 e 11 dal Comune arriva la nota via mail in cui Silvetti annuncia di "aver ricevuto le dimissioni dell’assessore Bertini". Dottoressa Bertini, alla fine ha ceduto.

"Sì".

Come mai, cos’è successo?

"Le abbiamo decise di comune accordo per superare la situazione che si era venuta a creare".

Sicura che dietro c’è solo questo?

"Quando poi viene a mancare il rispetto per le persone in quanto esseri umani, beh significa che si è toccato il fondo e io su questo fronte ho già dato abbastanza, adesso basta. Voglio dire una cosa...".

Dica pure.

"È che mi sono stancata di tanto fango. Tutto ha un limite e io penso di aver sopportato troppo".

Ha ricevuto chiamate o messaggi per i saluti, per esprimerle solidarietà, da parte dei suoi colleghi di giunta?

"Sì, ci siamo sentiti. In linea generale con gli altri assessori della giunta Silvetti. I rapporti sono sempre stati buoni, non si sono verificati attriti".

E adesso che farà, tornerà al suo lavoro in Regione?

"Al momento non è la mia priorità. Ho il mio lavoro come professionista legato alle politiche comunitarie che svolgo fuori dalle Marche".