L’addio a Massimo Cotto: "Il festival La mia Generazione continuerà anche nel suo nome"

Mauro Ermanno Giovanardi, direttore artistico della rassegna nata ad Ancona, ricorda il giornalista-scrittore "Sei stato sul palco dorico per quattro edizioni portando passione, preparazione e idee. Ciao, amico mio".

L’addio a Massimo Cotto: "Il festival La mia Generazione continuerà anche nel suo nome"

Massimo Cotto con Mauro Ermanno Giovanardi, direttore artistico del festival La Mia Generazione e leader dei La Crus

Giornalista, scrittore, critico musicale, disc-jockey e conduttore radiofonico. Ma soprattutto uno dei più grandi esperti ed appassionati di rock in Italia. Parliamo di Massimo Cotto, deceduto nella notte tra giovedì e venerdì nell’ospedale della sua città, Asti, "in seguito a una breve malattia" (il 9 luglio era stato colto da un malore e ricoverato in rianimazione). Aveva solo 62 anni. Una figura ben nota al pubblico del festival anconetano "La Mia Generazione", nato su iniziativa dell’ex assessore alla cultura Paolo Marasca e di Mauro Ermanno Giovanardi, leader dei La Crus. E’ proprio Giovanardi a ricordare che Cotto "è stato sul palco del festival per quattro edizioni di fila, sino all’ultima del 2022. Ha contribuito con idee, contenuti e partecipando ad ogni fase della costruzione del programma. Il team del festival, la direzione artistica, la produzione, tutte le persone coinvolte, vogliono ricordarlo con amore, stringendosi alla moglie Chiara e a tutti i familiari, alle amiche, agli amici, al mondo della musica intero che lo ha conosciuto e non lo dimenticherà. Porteremo ancora ‘La mia generazione’ in giro, e lo faremo in nome di Massimo e della sua passione".

Giovanardi ricorda Cotto come "un grande amico e una figura fondamentale per la musica in Italia. Lo testimonia il bene che gli dimostrano gli artisti. Ne parlo al presente, perché so che ogni giorno di più si capirà quanto sia stato fondamentale per la musica del nostro Paese. Ad Ancona, credo che abbiamo segnato un momento importante, abbiamo cercato di mettere assieme tre generazioni di artisti, li abbiamo fatto incontrare coinvolgendo anche il pubblico e il territorio, abbiamo lavorato per trasmettere certi valori, certa creatività. Massimo ha tirato le fila ogni anno, come nessuno sarebbe stato capace di fare: credeva nel progetto, credeva nella possibilità di trasmissione. Non ho altre parole, le migliori restano sempre e comunque le sue".

Concetto condiviso da Marasca, che parla di Massimo Cotto come di "uno dei maggiori autori quando si trattava di raccontare le storie di musica", oltre che di "uno dei più grandi giornalisti e speaker radiofonici d’Italia. Per noi del festival ‘La Mia Generazione’ e, ne siamo convinti, per la città di Ancona, è stata una figura centrale. Mauro Ermanno Giovanardi, amico fraterno, lo aveva chiamato accanto a sé dalla seconda edizione: sapeva che Massimo avrebbe dato qualcosa di unico e prezioso al festival, non solo come conduttore, ma anche come autore, come anima, come persona capace di mettere in sintonia i talenti più diversi. Massimo ha condotto il festival con grande competenza, ottenendo sempre dalla platea il silenzio assoluto quando raccontava le sue storie".