Ancona, 7 novembre 2024 – La Procura di Ancona ha chiuso le indagini sul caso di Andreea Rabciuc, la 26enne romena scomparsa il 12 marzo del 2022 dalle campagne di Montecarotto e ritrovata morta il 20 gennaio scorso (dopo 22 mesi), in un casolare disabitato e a meno di un chilometro dal luogo dove si era allontanata a piedi e senza cellulare. Unico indagato il suo ex fidanzato, Simone Gresti, 46 anni, autotrasportatore di Moie, su cui sono rimaste in piedi le accuse di maltrattamenti in famiglia e istigazione al suicidio. Gresti rischia di finire a processo.
Per la pm Irene Bilotta, che ha coordinato le indagini dei carabinieri per quasi due anni, Gresti avrebbe avuto una serie di condotte che hanno portato la giovane a togliersi la vita impiccandosi nel casolare dove è stata ritrovata per caso, perché il proprietario aveva aperto una porta chiusa da anni per prendere della legna. Stando alle Procura, che inizialmente aveva indagato il 46enne anche per sequestro di persona e omicidio volontario (accuse adesso cadute), Gresti avrebbe istigato la giovane più volte a togliersi la vita con frasi tipo "ammazzati" relegandola ad una relazione, tra l’estate del 2021 e la primavera del 2022, fatta di insulti, offese verbali e botte. Simone, stando alle accuse, sarebbe stato il principale fornitore di droga per Andreea e con quella l’avrebbe tenuta in pugno approfittando della fragilità della ragazza. Una relazione dove la 26enne avrebbe sempre dovuto riferirgli dove andava, cosa faceva.
Gresti avrebbe avuto il pieno controllo anche del suo cellulare, dove entrava attraverso le password conosciute, accedendo ai profili social della 26enne per vedere cosa scriveva e a chi. Andreea sarebbe stata controllata anche negli spostamenti, attraverso la localizzazione del telefonino. Le botte che la 26enne avrebbe subito sarebbero state documentate anche con delle foto, fatte vedere alla madre che ha poi contattato un centro antiviolenza. Andreea aveva un diario dove avrebbe appuntato frasi e pensieri della sua relazione con Simone, scrivendo anche di farla finita pur di non deluderlo più. In un messaggio vocale inviato ad una parente le avrebbe detto che si sarebbe tolta di mezzo.
Nel casolare dove è stata trovata morta, Andreea ha lasciato un messaggio scritto su una tavoletta di legno, pieno di errori ortografici, forse per il forte stress subito nella notte, nella roulotte, trascorsa con Simone e con altri due amici. In un passaggio c’è la frase: "Simone Gresti ragazzo a cui vorrò bene per sempre. Ha sempre saputo imporgersi. Se mi lasciava il cellulare avrei chiamato mamma".
La sera prima, quella del 12 marzo, Simone le avrebbe preso il cellulare con la forza poi l’avrebbe costretta a rimanere dentro la roulotte per più di un’ora. C’era stato un litigio, il 46enne l’avrebbe riempita di insulti. Il giorno della scomparsa era girata droga nella roulotte, ma ad Andreea era stata negata perché non l’aveva pagata. Dieci giorni prima un altra lite, lei era rimasta offesa da un comportamento di Gresti e lui su Facebook aveva pubblicato l’immagine di un water scrivendo che era il posto giusto per una persona "bugiarda, arrivista e per fortuna per me deceduta".