di Marina Verdenelli
Luisa Davanzali, come ha conosciuto il giornalista Andrea Purgatori?
"Tramite un avvocato. Mi ero rivolta a lui per una questione che esula dalla strage di Ustica e dal quel giorno è diventato per me un amico sincero, affabile, gentile, autentico. Ricordo che sono andata a Roma, a casa sua, ad incontrarlo, ma era già uscito il film ‘Il muro di gomma’ (il film denuncia proprio sul caso di Ustica scritto e anche interpretato da Purgatori, ndr). Lui aveva fatto il ruolo che più gli era adatto, quello del giornalista".
Ustica vi ha uniti?
"Sì, molto, un legame forte. Lui mi ha soccorso in certi momenti difficili di vita e sulla questione dell’aereo, della compagnia, di mio padre Aldo e di tutte le vittime che in quel volo hanno perso la vita, è stato una grossa spalla, anche di Daria Bonfietti, la sorella di una dei morti nell’aereo e presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della sciagura".
Che ricordo ha della persona di Purgatori?
"Un giornalista aperto, coraggioso, quel film ci ha permesso di vincere anche legalmente. E’ andato da subito contro il parere che era stato un cedimento strutturale dell’aereo la causa della caduta in mare, quando tutti volevano farlo credere, anche politicamente. Lui ha studiato le carte, era un giornalista d’inchiesta, per noi è stato fondamentale. Ha tirato fuori la versione del missile contro ogni altro parere. C’era una frase che mi ripeteva spesso e che ricorderò sempre e porterò sempre con me".
Quale frase?
"Diceva: non sapremo mai chi è il killer ma abbiamo smascherato molte persone coinvolte, capito quello che succedeva sui cieli in quel giorno. Purtroppo ancora oggi però ci sono persone pronte a nascondere ancora, ad insabbiare e questo ci fa male. Andrea ci è stato vicino, ci sentivamo spesso, ogni due anni partecipava sempre alla cena che facciamo a Roma nell’anniversario di Ustica, con tutti i parenti delle vittime. Ho un ottimo ricordo di lui".
Come ha preso la sua morte? "Molto male, non me lo aspettavo, non sapevo nemmeno che avesse dei problemi di salute. L’ultima volta l’ho visto due anni fa, sempre a Roma, dove partecipava alle nostre riunioni con l’associazione delle vittime. Mi piacerebbe che il suo lavoro fatto, per Ustica, non fosse vano. I nostri politici ci devono ancora delle risposte sulle ragioni di quel missile, spero che prima o poi arrivino. Probabilmente le sanno e non vogliono renderle note".
Quando ha visto il film "Il muro di gomma" quale è stata la sua reazione?
"Sono rimasta sconvolta perché erano tempi in cui si cercava di affossare la verità che avrebbe risparmiato il fallimento di una compagnia aerea meravigliosa che ancora oggi sarebbe stata competitiva".