MARINA VERDENELLI
Cronaca

La strage delle donne. Massacrata di botte, ergastolo per il marito: "E’ ciò che si merita"

Osimo, ecco la sentenza della Corte d’Assise per Tarik El Ghaddassi. Ha ucciso la moglie in casa picchiandola perché "malato di gelosia". In tribunale anche la famiglia della vittima: "Nessuno ci ridarà Ilaria".

Ha preso la pena più severa, il carcere a vita. Tarik El Ghaddassi, 42 anni, marocchino, è stato condannato all’ergastolo per il femminicidio della moglie Ilaria Maiorano, 41 anni, osimana, uccisa di botte e ritrovata morta la mattina dell’11 ottobre del 2022 nell’abitazione a Padiglione di Osimo. La sentenza è arrivata ieri mattina dopo due ore di camera di consiglio della Corte di Assise presieduta dal giudice Carlo Cimini che lo ha riconosciuto responsabile di omicidio volontario pluriaggravato dalla crudeltà, dai futili motivi, dai maltrattamenti, dalla presenza delle figlie minorenni e da quella di aver commesso il fatto durante l’esecuzione di una pena visto che era agli arresti domiciliari per altra causa.

L’imputato, come anche i familiari della vittima, il fratello e la madre, erano in aula. "Aspettavamo questa sentenza che è quello che si merita per quello che ha fatto a mia figlia – ha commentato Silvana Salvatore, la mamma di Ilaria, che si è commossa lasciando cadere le lacrime – anche se nessuno me la ridarà più. Tutti i giorni della sua vita deve riflettere su quello che ha fatto a Ilaria, le ha fatto fare una morte atroce, non lo meritava. Spero di rivedere al più presto le sue bambine, sono quasi due anni che non le vedo. La comunità? Non ci è stata vicina, nessun supporto psicologico, ci siamo fatti forza da soli io e mio figlio. Chi sapeva della condizione in casa poteva venire ad avvertici invece non ci ha mai detto niente nessuno, è una vergogna. Noi a casa loro non ci potevamo andare. Lei una volta a settimana veniva a casa nostra ma non ci ha mai detto niente".

Tarik avrebbe ucciso Ilaria perché "malato di gelosia, con una furia omicida che ha cercato anche di cancellare le tracce del reato" aveva detto nella requisitoria la procuratrice aggiunta Valentina D’Agostino, nell’udienza del 7 maggio, quando ha chiesto la condanna all’ergastolo. La sera prima che la 41enne venisse trovata morta, nella cameretta delle due figlie minorenni e che avrebbero assistito al massacro, era nata una discussione in casa e Tarik avrebbe colpito più volte la moglie anche con dei mobili dell’abitazione. Sentito dai carabinieri, poco dopo il ritrovamento, aveva detto che la moglie era caduta dalle scale, poi si era chiusa in camera perché avevano litigato. Per il medico legale è morta dopo almeno sei ore di agonia causate dalle percosse. La Corte di Assise ha condannato l’imputato a risarcire in via definitiva le parti civile: 400mila euro per ciascuna figlia, che hanno come tutore l’avvocato Arianna Benni ed erano rappresentate nel processo dall’avvocato Giulia Marinelli, 250mila euro alla madre di Ilaria, 165mila euro al fratello Daniele, parti civili con l’avvocato Enrico Ciafardini, e 5mila euro all’associazione "Il giardino segreto" che si occupa di donne maltrattate.

Disposta anche la decadenza della responsabilità genitoriale (le figlie sono da tempo in casa famiglia). Rinviati gli atti in procura per due parenti dell’imputato accusati di falsa testimonianza. Novanta giorni per le motivazioni della sentenza. La difesa di Tarik ha già annunciato che ricorrerà in appello. "Vedremo su quali presupposti si fonda questa condanna – ha detto l’avvocato Domenico Biasco che sosteneva l’omicidio preterintenzionale – Per ora hanno pesato più le suggestioni che le prove"

.