
Durante la partita tra Genzano e Sandro Abate l’arbitro ha consultato il Fvs (football video support) per convalidare una rete e comunicare real time la decisione al pubblico. Presto il sistema verrà esportato nel calcio a 11.
La nuova tecnologia pronta ad affiancare il Var, grazie alla quale l’arbitro comunicherà al pubblico la decisione presa in tempo reale con microfondi, altoparlanti e scritte sui maxischermi, è stata sperimentata per la prima volta in Italia mercoledì scorso al PalaTriccoli di Jesi, in occasione della partita di calcio a cinque dei quarti di finale delle Final Eight di Coppa Italia di serie A maschile. Per la precisione durante la gara tra Ecocity Genzano e Sandro Abate, gara in cui il primo intervento del supporto video è giunto dopo poco più di otto minuti. Ma il Fvs – abbreviazione di "football video support", questo il nome – sembra destinato presto a fare presto la sua comparsa anche nel calcio a undici. "L’Italia si conferma in prima linea per l’innovazione nel mondo del calcio", ha dichiarato nei giorni scorsi il presidente Gabriele Gravina la richiesta avanzata dalla Figc alla Fifa e all’Ifab per essere inclusa nella sperimentazione del football video support nei maggiori campionati nazionali attualmente sprovvisti di Var.
Nella lettera inviata la Figc ha chiesto di poter utilizzare il Fvs nel campionato di serie C, nella stagione regolare, perché nei playoff e playout c’è già il Var, e nella serie A femminile professionistica, in attesa di valutarne l’uso anche in serie D. Anche perché i costi sono assolutamente accessibili. Grazie al video support, l’allenatore di una squadra, o un dirigente in panchina, può richiedere un riscontro video per tempo, due in tutto nell’arco della partita, su un evento da rivedere. Sono quattro i casi ammessi: gol/no gol, rigore/no rigore, rosso diretto e scambio d’identità. Nel caso di calcio a undici, dunque, quando il Fvs sarà attivo, niente revisione per fuorigioco discutibili, anche perché le telecamere sul campo di gioco sono sensibilmente meno di quelle utilizzate dal Var, tecnologia che comunque rimarrà attiva per i campionati maggiori. Altra differenza con il Var è che il Fvs è solo a chiamata – che spetta, appunto, all’allenatore o al dirigente di ciascuna squadra – ma la decisione finale e definitiva è comunque dell’arbitro in campo, che non è aiutato da altri se non da un operatore video presente sul posto che gli permette di rivedere da ogni angolo possibile l’azione in questione.
"Con il Fvs la tecnologia allarga significativamente il beneficio dei suoi servizi a favore della regolarità del calcio e delle decisioni arbitrali – ha commentato il presidente dell’Associazione italiana arbitri, Antonio Zappi –. Quella di Jesi è stata una giornata storica. Un nuovo supporto tecnologico fortemente sostenuto dall’Aia e da chi ritiene che l’insopprimibile funzione arbitrale umana debba essere sempre più sostenuta dall’evoluzione della tecnologia. Dopo Spagna e Portogallo è il turno dell’Italia, che deve essere orgogliosa di questa grande opportunità che parte dal calcio a 5 ma che, ne sono più che certo, tra un po’ coinvolgerà anche altri ambiti calcistici. La decisione dell’arbitro rimarrà fondamentale, ma nel 2025 quella decisione dovrà essere assunta solo sulla base di una non erronea percezione di quanto accaduto, con possibilità di segnalazione dell’errore anche da parte di coloro che da un errore potrebbero rimanere danneggiati: è questo il fine del nuovo Fvs".