"Piazza della Repubblica? Ecco la mia idea per rilanciare la cultura anconetana e dare lavoro ai cittadini". A parlare, è Maria Antonietta Scarpari, che qualche mese fa ha dato vita a uno dei poli culturali più attrattivi per il capoluogo regionale, acquistando e risistemando gli spazi del Magazzino Muse, in via degli Aranci 1/F, esattamente dietro il Teatro, all’angolo con via della Loggia. Era stato proprio il Carlino a scoprire questa perla nascosta e a darne notizia. "Piazza della Repubblica? Sono entusiasta di regalare agli anconetani la mia idea – dice Scarpari – In questo luogo, ci vedo un’immensa statua di Dalì. Sono da tempo in contatto con la ´Dalì Universe´, l’organizzazione che gestisce una delle più grandi collezioni private e opere d’arte dell’artista. Il gruppo – commenta lei – realizza eventi in giro per il mondo, in tantissime città e capitali europee. E l’altro giorno, vedendo piazza della Repubblica – riflette la poliedrica artista di origini umbre ma ormai anconetana d’adozione – mi è sorta un’idea. Ho pensato che una delle tante sculture di Dalì possa essere posizionata qui, al centro della piazza, davanti il Teatro delle Muse. Ho invitato personalmente i vertici della società ad Ancona, che hanno mostrato apertura sulla vicenda. Sarebbe bello che anche l’Amministrazione comunale potesse interessarsi alla cosa, anche perché – precisa Scarpari – si darebbe lavoro a tanta gente".
La piazza, che sta subendo dei lavori di restyling e cambierà look a breve, sarà completamente rivista. Un nuovo imprinting dato proprio dalla giunta a trazione Silvetti. Gli operai, all’imbocco del porto, non si sono quasi mai fermati. Scarpari guarda il cantiere e fantastica sull’esposizione itinerante che potrebbe "portare Ancona alla ribalta internazionale. D’altronde – evidenzia – la nostra città sta vivendo un bel momento, con i tanti turisti e villeggianti che la stanno scoprendo. E avere le sculture del Dalì in una delle piazze più belle e ricche di storia sarebbe fantastico. Tra l’altro, i crocieristi sbarcano a pochi metri da qui e ora vedono solo bidoni della spazzatura verso via della Loggia. Invece, dovremmo catturarli con l’arte. Insomma, sarebbe un volano turistico non indifferente. Solo che – commenta – da quanto ho capito, ci vuole persino la disponibilità di uno spazio al chiuso dagli 800 ai 2mila metri quadrati. D’accordo col Comune, qualora il sindaco o l’assessore alla cultura abbracciasse la nostra proposta, potremmo trovare qualche palazzo sfitto. La mostra rimarrebbe ad Ancona per otto anni e darebbe lavoro ad almeno venti persone". Un circuito artistico culturale che porterebbe beneficio anche all’economia del capoluogo.
Intanto, il 7 settembre, il Magazzino Muse inaugura l’esposizione fotografica dell’anconetano Antonio Calosci dal titolo "La fleur blanche". Quaranta scatti realizzati tra le Marche, la Toscana e l’Umbria per rivivere gli anni dei bordelli di lusso a cavallo tra la Belle Époque e gli Anni ruggenti.