"A scuola si sconfigge il bullismo". Il Ministro Giuseppe Valditara, in visita nel Piacentino è tornato sulla tragedia che ha investito la spiaggia di velluto lo scorso 14 ottobre, quando Leonardo Calcina, 15enne studente dell’Istituto Panzini, si è tolto la vita sparandosi un colpo di pistola. Il giovane si era confidato con i genitori riguardo a degli atti di bullismo messi in atto da alcuni compagni di scuola, insopportabili al punto di farla finita. Innanzitutto la scuola deve essere un luogo dove si entra con serenità, dove si diffonde la cultura dell’empatia, dove si sconfigge il bullismo". Mercoledì, Francesco e Viktorija, accompagnati dal loro legale Pia Perricci sono stati ricevuti dal Ministro all’Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara a cui hanno consegnato un dossier per fare luce su quanto accaduto. I genitori di Leonardo hanno anche consegnato una proposta, nella speranza che venga preso fatta una proposta di legge contro il bullismo che loro vorrebbero portasse il nome del figlio. Un obiettivo che cercheranno di centrare, con l’aiuto del loro legale, per far si che nessuno debba più rivivere quello che ha vissuto il figlio. "Da qui la mia lotta vera e propria, la mia battaglia per introdurre norme sulla condotta, norme più efficaci che responsabilizzino i giovani, che riportino il valore della responsabilità individuale nelle nostre scuole - ha aggiunto Valditara - perché spesso e volentieri questi fenomeni succedono proprio a seguito di quelle persecuzioni sistematiche, come è successo nel caso del ragazzo di Senigallia che si è suicidato, dopo aver subito prepotenze, dopo aver subito violenza. E quindi noi dobbiamo far sì che invece la scuola sia il luogo dell’amicizia e del sorriso. E poi laddove vi siano delle criticità, i docenti devono segnalarle alle famiglie e possibilmente coinvolgere, con ovviamente il consenso delle famiglie, degli psicologi, laddove si tratti di situazioni particolarmente preoccupati" le parole del Ministro Valditara. Una ferita profonda quella di Leonardo Calcina che si è sparato con la pistola d’ordinanza del padre, agente municipale in servizio al Comando di Senigallia, che era custodita in una cassaforte. Un gesto estremo, solo mettendo fine alla sua vita il giovane ha pensato di poter mettere fine alle sue sofferenze, dovute a risatine, nomignoli e manate nelle parte intime. Questo è quanto sarebbe emerso dalle indagini, che sono ancora in corso, in attesa di vedere il contenuto dell’I phone di Leonardo, attualmente in mano ai tecnici.
Cronaca"La mia battaglia contro il bullismo"