REDAZIONE ANCONA

La mamma di Mattia al fianco di chi si è mobilitato: "Le loro istanze per il benessere dei nostri ragazzi"

Simona Fiori: "Non è giusto ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto solo dopo aver protestato"

La mamma di Mattia al fianco di chi si è mobilitato: "Le loro istanze per il benessere dei nostri ragazzi"

Simona Fiori

"La popolazione va sensibilizzata sul tema delle disabilità e della situazione che si sta creando con gli educatori. Un disabile coinvolge tutta la famiglia allargata. Non è giusto ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto soltanto protestando e andando a rompere le scatole". Simona Fiori è la mamma di Mattia, un ragazzo di 17 con un elevato grado di disabilità e ieri mattina ha voluto essere presente alla protesta sindacale delle educatrici e degli educatori davanti al palazzo del Comune: "Bisogna essere vicini alle loro istanze _ ha aggiunto Simona Fiori _ perché il loro star bene e lavorare bene significa benessere anche per i nostri ragazzi. Costringerli a situazioni così estreme diventa un peso per chi lavoro, fino a perdere la serenità e l’enfasi per questa professione dove invece serve la massima empatia. Questa è la loro manifestazione, ma in fondo riguarda tutti noi perché si rivendica il diritto ad avere dignità in un momento così critico". Una protesta sacrosanta, scandita con slogan e cartelli esplicativi: ‘Disabilità a intermittenza, la mattina il servizio serve ma il pomeriggio si fa senza’ c’è scritto su uno mentre su un altro si riporta ‘Educatori indispensabili ma a digiuno’ ricordando il problema parallelo dei pasti non consumati. Le parole della madre di Mattia spiegano bene il fenomeno: "L’assistenza domiciliare per Mattia è iniziato più o meno nei tempi giusti perché io sin dall’agosto scorso ho scritto, protestato e insistito con gli uffici preposti, al punto da passare da mamma rompiscatole. Insomma mi sono fatta sentire, ma chi non ha magari il tempo, la forza e la pazienza di farlo rischia di restare indietro e questo concetto non va bene, va cambiato, serve uniformità di trattamento per tutti i casi. Siamo al punto che per ottenere il minimo bisogna fare casino, coinvolgere la stampa, minacciare esposti: tutto questo va fermato".