La legge dell’ 1 a 0: è già il quinto ko

L'Ancona si trova in difficoltà con un attacco sterile e pochi gol segnati. La squadra deve migliorare per risalire in classifica.

La legge dell’ 1 a 0: è già il quinto ko

I giocatori dell’Ancona al Riviera delle Palme

Dieci partite di campionato, quattro vittorie e sei sconfitte. Domenica al Riviera delle Palme l’Ancona ha incamerato il sesto ko di questo campionato, il quinto per 1-0. Considerando un’eccezione il 4-0 di Termoli, ecco che il risultato maturato anche a San Benedetto costituisce un indizio – uno ulteriore oltre alle indicazioni fornite dalla partita – per leggere gli attuali punti deboli di Boccardi e compagni. In sintesi: la difesa funziona, l’attacco molto meno, la squadra subisce pochi gol, ma in tutte le circostanze in cui va in svantaggio, poi non riesce a rovesciare l’esito dell’incontro. Solo contro la Civitanovese e contro la Vigor i minuti per tentare la rimonta sono stati davvero pochi, ma in tutte le altre circostanze i biancorossi hanno avuto tutto il tempo per rimediare: contro il Chieti come a Teramo, come pure a San Benedetto. Però non c’è riuscita. Un altro dato viene in aiuto di questa lettura, e cioè il numero di gol, appena 8, segnati dai dorici in dieci partite. Peggio hanno fatto solo Civitanovese (6) e Fermana (7), Ancona terzultima per reti realizzate insieme all’Avezzano ultimo in classifica. Sono numeri che riflettono quanto visto in campo anche domenica al Riviera delle Palme, pur contro un’avversaria costruita per vincere il campionato, una squadra che, come diceva anche Gadda alla vigilia del match, al momento vanta un gap sull’Ancona. Ai dorici sarebbe servita la partita perfetta, ne è uscita solo una buona prestazione, sotto il profilo dell’impegno, anche di diverse giocate. Ma poi negli ultimi venti metri, nonostante le incursioni di Pecci, nessuno che la butti dentro. Anche l’ex Martiniello, malgrado i tanti stimoli extra di questo derby, non è riuscito a scalfire la retroguardia rossoblù. La Samb ha meritato di vincere, sia chiaro. Una conclusione di destro di Martiniello su invito di Pecci nel primo tempo parata da Orsini, il sinistro di Alluci in area nel concitato finale, fuori: troppo poco per pensare di raccogliere punti su un campo come quello di San Benedetto, davanti a 6400 spettatori, senza la propria tifoseria. Il campo ha detto che la Samb, almeno per il momento, è più forte di quest’Ancona, ma ha anche evidenziato anche tutte le difficoltà dei dorici nel trovare la via della rete. La prestazione c’è stata, è vero, ma non è bastata per raccogliere un risultato positivo, e ha finito con il mettere ancora una volta in mostra le carenze della squadra di Gadda. Laukzemis bene tra i pali ma spesso in difficoltà sulle uscite – certo non privo di responsabilità sul gol partita – una difesa coriacea che subisce poco, ma altre volte messa in crisi dai calci d’angolo avversari, un buon centrocampo con Pecci e Alluci su tutti, ma un attacco sterile, che fatica a segnare sia con i titolari sia con chi entra dalla panchina. Ancona decima in classifica a quasi un terzo di campionato, 2 punti dai playout, 5 dai playoff, ma con ancora tante partite da giocare, a cominciare da quella che la vedrà impegnata domenica al Del Conero contro L’Aquila. C’è tempo per crescere e per risalire la china, insomma, ma appare anche chiaro che tra un mese il ds Tamai, con il necessario benestare della proprietà, dovrà cominciare a lavorare per correre ai ripari.

Giuseppe Poli