La grande crisi del mosciolo: "Fermiamo la pesca per 18 mesi"

Esperti a confronto sulle cause che lo mettono a rischio ma anche proposte per cercare di invertire la rotta

La grande crisi del mosciolo: "Fermiamo la pesca per 18 mesi"

La grande crisi del mosciolo: "Fermiamo la pesca per 18 mesi"

"I problemi del Mosciolo selvatico di Portonovo, prospettive e soluzioni" è il titolo del convegno che si è svolto ieri ad Ancona nella sede della Facoltà di Economia, organizzato dalla Condotta Slow Food Ancona e Conero. L’evento ha rappresentato l’appuntamento scientifico della 19esima edizione di "Mosciolando ?" che, con il punto interrogativo, sottolinea le difficoltà del mitilo nostrano. Ad aprire il convegno il fiduciario della Condotta, Roberto Rubegni, che ha ribadito l’impegno di SF nella salvaguardia del mitilo e nella ricerca di soluzioni che ne garantiscano la sopravvivenza. Un appello accolto dal sindaco Daniele Silvetti che ha istituito un tavolo tra i soggetti interessati: "Ringrazio tutti e l’Università che è al nostro fianco – ha detto – il Comune sarà la cinghia di trasmissione tra la fonte scientifica e le attività che insistono su un tratto di mare prezioso. Il tavolo è molto ampio e occorre far capire che il mosciolo selvatico non è solo un fatto ambientale o gastronomico ma anche identitario, storico e culturale. Le informazioni scientifiche consentiranno al Comune di avere riscontro sul ripopolamento del mitilo e sulla salute del nostro mare".

I problemi più attuali per il mosciolo sono "le mucillagini, comparse da qualche giorno nel nostro mare, la presenza di una alga aliena, la pesca illegale e individuale senza controllo". Ad evidenziarlo Roberto Danovaro docente di Ecologia marina all’Univpm che ha portato anche notizie positive come le autoctone foreste di alga Cystoseira che prolificano, il ripascimento della Baia che non ha creato problemi all’habitat marino, l’incremento di mormore. Le sue proposte: "Non usare barriere frangiflutti, fermare la raccolta del mosciolo per 18 mesi, aumentare il sistema di controllo sulle attività illegali, fermare le vongolare che pescano sotto costa". Della ricerca scientifica sul mosciolo, che la Politecnica sta conducendo in questi mesi, ha parlato Carlo Cerrano, docente di Zoologia, che dopo aver elencato le difficoltà che sta vivendo il mitilo ha descritto la strategia degli allevamenti integrati "dove animali vivono insieme ad altri per costruire un ecosistema tra specie che si bilanciano come pesci, con molluschi filtratori ed alghe per il recupero nel fondale." Anche il Cnr Irbim di Ancona è nel tavolo tecnico con il dottor Andrea Miccoli: che ha evidenziato come "la temperatura a trenta metri di profondità raggiunge anche i 27 gradi, il prelievo eseguito quando il mitilo si riproduce, il bisso molto debole, la pesca selvaggia, la pressione antropica su Portonovo siano fattori determinanti".

A chiudere l’evento Francesca Barchiesi dell’Iszum Marche Umbria, Centro di referenza nazionale per i molluschi bivalvi: "Una filiera molto controllata che dà un prodotto sicuro per la tavola. Per il ripristino del mollusco selvatico di Portonovo l’Istituto mette a disposizione tutti i dati storici delle zone di produzione e il contributo scientifico per quanto riguarda gli inquinanti chimici e microbiologici che possono far ridurre la sua resilienza nell’ambiente e la sua capacità riproduttiva". Sono intervenuti anche il presidente del Parco del Conero Luigi Conte e il Capitano Roberto Carbonara della Capitaneria di Porto di Ancona.

Claudio Desideri