A distanza di cinque mesi dal primo attracco, avvenuto il 12 gennaio scorso, ieri al molo 22 del porto di Ancona è arrivata la quarta nave di ong che salvano i migranti nel canale di Sicilia. La Geo Barents, terza volta nel capoluogo marchigiano (il quarto viaggio è stato quello della Ocean Vikings), è entrata nello scalo poco prima delle 14 e ha calato la passerella per consentire alle autorità della sanità marittima (Usmaf) di salire a bordo dopo le 15. Quattro giorni prima la nave di Medici Senza Frontiere aveva salvato i 38 naufraghi, tutti di sesso maschile, di nazionalità bengalese e marocchina, tra loro un minorenne non accompagnato.
Le operazioni ieri pomeriggio sono andate avanti senza alcun problema, i migranti erano tutti in condizioni abbastanza buone e nessuno ha avuto necessità di essere trasferito in ospedale. Una volta accolti sono stati suddivisi in vari centri di accoglienza straordinaria (Cas) gestiti dalle prefetture su tutto il suolo regionale. Prefettura di Ancona che, inoltre, ha coordinato lo sbarco di ieri attraverso la collaborazione con le istituzioni e le associazioni: "Non sono state segnalate criticità a bordo – ha commentato sul posto il prefetto di Ancona, Darco Pellos – i richiedenti asilo dovrebbero restare qui nelle Marche, abbiamo già definito lo schema. Le operazioni procedono bene. La struttura di accoglienza? Vedremo il da farsi, ma è probabile che vada smontata e rimontata come è già successo. Dipenderà dalle assegnazioni del nostro porto alle navi delle ong in futuro".
Un problema per ora di bassa intensità per l’Autorità portuale dorica: "Il porto ha bisogno di spazi e sotto questo profilo abbiamo delle carenze, ma al momento l’uso della banchina 22 con questa intensità di attracchi non rappresenta una criticità. Alcune attività le abbiamo dovute spostare alla 23, ma ripeto, se la frequenza degli arrivi delle ong è tale le strutture potrebbero anche essere rimosse. Siamo a disposizione del governo e della prefettura".