REDAZIONE ANCONA

La fortezza della Cittadella ripulita. Spuntano cunicoli e camere ipogee: "Tesori rimasti nascosti per secoli"

Sopralluogo del sindaco Silvetti con l’assessore regionale Baldelli: "Primi lavori per tre milioni di euro". Ritrovati anche una gru dell’Ottocento, palle di cannone, materiale storico e un misterioso edificio.

Sopralluogo del sindaco Silvetti con l’assessore regionale Baldelli: "Primi lavori per tre milioni di euro". Ritrovati anche una gru dell’Ottocento, palle di cannone, materiale storico e un misterioso edificio.

Sopralluogo del sindaco Silvetti con l’assessore regionale Baldelli: "Primi lavori per tre milioni di euro". Ritrovati anche una gru dell’Ottocento, palle di cannone, materiale storico e un misterioso edificio.

Splende di luce propria e nuova la Cittadella con le sue mura e i suoi bastioni. La Regione ha svelato ieri parte della bellezza ritrovata della fortificazione medievale ritoccata fino all’Ottocento con interventi successivi. L’intervento di recupero delle mura storiche è al 50% del suo percorso, con la fine dei lavori pianificata per giugno 2025. Un investimento da 3 milioni di euro a cui seguirà un secondo step da 3,8 milioni di euro quando verrà recuperato un altro pezzo importante di un’area stupenda e ricca di storia, per troppo tempo rimasta in stato di abbandono. La giunta regionale ha sfruttato dei fondi ad hoc a favore del capoluogo: "Ancona se lo merita, è il capoluogo delle Marche – ha detto con soddisfazione l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Francesco Baldelli – Si tratta del primo intervento di recupero della cinta muraria suddivisa in 35 sezioni e 5 bastioni, tra cui quello Gregoriano. Abbiamo scoperto cunicoli e camere ipogee, insomma là sotto c’è un’altra città di cui ancora si conosce poco, per questo ci impegneremo per svelare il tutto attraverso i lavori. Dopo questo stralcio passeremo alla fase successiva per il recupero di un’altra parte di questa struttura".

Baldelli intende un edificio attiguo alla sede del Segretariato del Forum Internazionale, sistemato nel primo decennio del terzo millennio di cui ancora non si conosce l’uso che ne veniva fatto all’epoca. La rocca di Ancona è una struttura militare e difensiva la cui erezione è iniziata nel ‘500 per poi proseguire fino all’800. Proprio a questa fase si riferisce la scoperta da parte del direttore dei lavori, l’architetto Gianluca Bramucci, e della ditta che li sta eseguendo, la Lithos di Padova, di una serie di reperti molto interessanti: "Oltre ai cunicoli e alle camere ipogee all’interno di questo pezzo della Cittadella su cui abbiamo messo le mani, abbiamo rinvenuto palle di cannone, materiale vario e addirittura una gru che risalirebbe al diciannovesimo secolo – ha spiegato Bramucci – Tutto ciò è rimasto coperto per decenni sotto la vegetazione selvaggia che ha nascosto dei veri e propri tesori".

Esternamente le mura della rocca dove si sta lavorando da circa un anno sono tornate all’antica bellezza. Una profonda ripulitura dalla vegetazione infestante e la sistemazione delle lesioni e distacchi provocati dalle radici degli alberi che ha messo a rischio la solidità stessa della Cittadella. Parliamo di una struttura stupenda e di grosse dimensioni per cui parlano i numeri: il perimetro della rocca è di 900 metri, 700 alla sommità, per una superficie di oltre 12mila metri quadrati e circa 10mila di cinta muraria con annessi bastioni. In futuro l’obiettivo, col tempo necessario e le risorse disponibili, sarà quello di recuperare i quattro edifici al suo interno, tra cui la fuciliera, plesso di una bellezza fuori dal comune. A godere di questo lento, ma inesorabile recupero di un bene storico unico come la Cittadella sono Ancona e gli anconetani: "Il riscatto della città parte dalla riscoperta della propria identità e dal suo passato, lo vado ripetendo da sempre, e questo monumento è un tratto identificativo – ha commentato il sindaco Daniele Silvetti – L’Ancona sotterranea, e la scoperta di tratti sconosciuti a chiunque, compreso me, può essere un vantaggio molto importante per il turismo in ottica futura".

Pierfrancesco Curzi