Fossimo in un Paese anglosassone diremmo "save the date", per fissare in rosso nel calendario giorno e location in cui verrà celebrato qualcosa di importante. Ma siamo ad Ancona centro, angolo via XXV Aprile e via Marini. E allora quel "save the date" potremmo facilmente commutarlo in un messaggio tanto semplice, quanto efficace: "Non perdetevi una festa unica". Quella del Liz Bar, tra i più longevi della Dorica, pronto a soffiare su mezzo secolo di candeline. "E noi saremmo onorati di avere la città qui, il 25 gennaio 2025 – il coro di Enzo, il celebre fondatore, e suo figlio Alessandro Chionne –. Sarà il nostro cinquantesimo compleanno, dunque offriremo noi".
L’annuncio, in una pausa caffè in orario mattutino, dà ancora più valore ad un viaggio lungo 50 anni per l’unico "american bar" storico delle Marche dove, chi l’ha creato, è ancora in attività. "Il nome – apre il libro dei ricordi Enzo, mentre guida il Carlino nel ’tempio’ dei cocktails e long drinks – deriva da Liz Taylor, diva di Hollywood scomparsa nel 2011. L’ho avuta come ospite nell’ultimo albergo in cui ho lavorato e così ho scelto di intitolarle il bar ad Ancona – prosegue –. Peccato non sia mai venuta qui". Lei no, magari. Ma tanti altri, stelle e personalità di grido comprese, sì. Perché il Liz Bar è un posto dove vale la pena di entrare, iconico e identitario. In cui si è accolti dalla bravura, dalla personalità e dalla professionalità di Enzo. Che di gavetta ne ha fatta, quando giovane. Si è fatto in quattro. E ha macinato chilometri di esperienze in giro per il mondo, servendo da bere anche a gente come De Mita, Agnelli, Gorbaciov. Servirebbe un’altra parete, come quella sulla destra, appena dentro il Liz Bar, tra foto e ritagli di giornale, per citare una lista interminabile di contatti e riconoscimenti. Nel 2014, il presidente della Repubblica Napolitano gli ha conferito l’onorificenza di ufficiale. Nel 2023, la "sua" Ancona la civica benemerenza.
"Qui negli anni sono passati in molti – l’emozione di Enzo – Compresi i sindaci. Da Galeazzi a Sturani, da Gramillano a Mancinelli. E sì, anche il sindaco Silvetti viene". In quel momento entra un cliente. E Enzo non si sottrae al suo dovere: "Un cappuccino per lei, ecco". L’eleganza nei movimenti, la gestualità, il savoir faire. E ancora l’uniforme, bianca splendente, che indossa fiero dietro al bancone assieme ad Alessandro, colui che porta avanti la tradizione. "I clienti che arrivano da Milano e Roma rimangono sorpresi del nostro abbigliamento", se la ride. Ma in 50 anni ci sono stati anche momenti no, superati però brillantemente. Come la pandemia: "Il periodo nettamente più duro – chiarisce –. Essendo, la nostra, un’attività a carattere familiare non abbiamo avuto nemmeno le sovvenzioni. Ma l’abbiamo superato".
E allora, all’orizzonte, un inizio anno in pompa magna: "Vogliamo ringraziare la nostra clientela. All’inizio erano molti lavoratori della zona, tra uffici e sedi istituzionali. Poi tanti amici e affezionati che ci hanno seguito e continuano a farlo – è invece la voce di Alessandro, l’erede designato –. Insomma, la città ci segue e noi festeggeremo con gli anconetani". Gli auguri tra due mesi, ad un pezzo di storia di Ancona: il Liz Bar.