PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

La dirigente regionale aggiusta il tiro: "Gesti gravi, siamo anche al reato"

Donatella D’Amico in una prima intervista a caldo sul Carlino aveva parlato di "bravata", ora corregge. Il referente dei presidi marchigiani, Riccardo Rossini: "Comportamento inquietante perché plateale".

Riccardo Rossini, referente regionale dell’Anp, l’Associazione dei presidi italiani

Riccardo Rossini, referente regionale dell’Anp, l’Associazione dei presidi italiani

"Agendo in quel modo contro un professore con dei problemi, il ragazzo ha dimostrato totale mancanza di rispetto. Un gesto grave, ma è molto serio anche ciò che hanno fatto i suoi compagni nel portare i cellulari in classe, utilizzarli e poi pubblicare il video sui social. Qui siamo addirittura al reato". La direttrice dell’Ufficio scolastico regionale delle Marche, Donatella D’Amico, corregge il tiro delle sue dichiarazioni in merito all’episodio avvenuto nelle settimane scorse in una classe di terza media di Ancona. Il giorno dopo la pubblicazione della notizia sul Carlino la D’Amico, da noi intervistata, aveva derubricato l’episodio a qualcosa di molto simile a una "bravata". Ieri il tono delle sue dichiarazioni sono state abbastanza diverse: "Non conosco nel dettaglio le parole usate dal ragazzo quel giorno in classe, ma inneggiare al nazifascismo non può essere consentito. Viene facile pensare che ci sia stata una sperequazione nel comminare le sanzioni da parte della scuola (un giorno di sospensione per il protagonista, una settimana per chi ha filmato e pubblicato il video sui social, ndr). Ripeto, tuttavia, che esiste una regola nazionale che proibisce di portare e ovviamente usare i cellulari alle Medie; già la regola è stata infranta, ma poi pubblicare quel video è molto più grave. Eventuali modifiche delle sanzioni? Non spetta a me dirlo e deciderlo, esiste l’autonomia scolastica e io ho la massima fiducia nella dirigenza di quell’istituto comprensivo. Dirigente con cui io mi sentirò di nuovo a breve e tutte le volte che sarà necessario per valutare a fondo i fatti. Un appello lo faccio alle famiglie affinché siano più vicine a noi per creare un’alleanza".

Il fatto che non si sia trattato di una bravata lo avevano capito tutti, adesso la massima dirigente della scuola marchigiana si è allineata. Compreso il referente regionale dell’Anp, l’Associazione dei presidi italiani: "Tutt’altro che una bravata e neppure uno scherzo, quell’alunno forse non ha capito a fondo il peso dei contenuti del suo comportamento. Resta un gesto, secondo me, inquietante perché avvenuto in maniera plateale – dichiara al Carlino Riccardo Rossini – Per certi versi mi resta difficile anche commentarlo, perché non va dimenticato che in Italia esiste ancora il reato di apologia del fascismo, certo non applicabile a quel ragazzino, la vera vittima di tutta la storia. È importante capire che i ragazzi non sono delle macchine e quindi bisogna capire perché quello studente ha fatto una cosa del genere, noi della scuola su questo ci dobbiamo interrogare e capire come intervenire adesso".

Sulla disparità di sanzioni anche Rossini è rimasto abbastanza colpito: "In effetti la differenza salta all’occhio, ma non conoscendo a fondo sia la vicenda e non disponendo di tutti i dati e le informazioni mi rimane difficile commentare. Magari ci potrebbero essere dei comportamenti pregressi e quanto accaduto l’altro giorno potrebbe aver accumulato le sanzioni. Non vorrei fossero dimenticati i comportamenti di chi ha fatto e pubblicato i video. In una classe della mia scuola, l’Istituto Agrario di Pesaro, abbiamo fatto un esperimento di condivisione. Tra i vari punti c’è stata la decisione di non usare il cellulare per 7 ore consecutive. All’inizio i ragazzi erano smarriti, adesso sono loro a imporlo e a trovarne giovamento".