MARINA VERDENELLI
Cronaca

La difesa di Gresti: "Simone non responsabile del tragico gesto di Andreea. Lei era libera di scegliere"

Rompono il silenzio gli avvocati dell’ex fidanzato della ragazza trovata morta. Il 46enne è accusato di maltrattamenti in famiglia e istigazione al suicidio.

La difesa di Gresti: "Simone non responsabile del tragico gesto di Andreea. Lei era libera di scegliere"

Rompono il silenzio gli avvocati dell’ex fidanzato della ragazza trovata morta. Il 46enne è accusato di maltrattamenti in famiglia e istigazione al suicidio.

Ancona, 13 novembre 2024 – "Simone non è responsabile del tragico gesto di Andreea. La giovane aveva la più ampia possibilità di decidere della sua vita e farla passare per una persona fragile, incapace e sottomessa non le rende giustizia". Rompono il silenzio gli avvocati di Gresti, il 46enne jesino accusato dalla Procura di Ancona di essere il responsabile della morte della ex fidanzata Andreea Rabciuc, 26 anni romena. La giovane era scomparsa dalle campagne di Montecarotto il 12 marzo del 2022 e fu trovata morta il 20 gennaio scorso in un casolare disabitato, a meno di un chilometro da dove si era allontanata a piedi e da sola. Il pubblico ministero Irene Bilotta ha chiuso di recente l’indagine, aperta quasi tre anni fa, contestando due dei reati inizialmente ipotizzati, quello di maltrattamenti in famiglia e l’istigazione al suicidio. Chiudendo le indagini i legali di Gresti, gli avvocati Gianni Marasca ed Emanuele Giuliani, hanno preso atto dell’ipotesi di accusa mossa al loro cliente dalla Procura, e riportata sul Carlino la settimana scorsa, secondo la quale il loro assistito avrebbe avuto una serie di condotte che hanno portato la 26enne a togliersi la vita impiccandosi nel casolare e dove ha lasciato anche una frase scritta su una tavoletta di legno in cui diceva: "Simone Gresti ragazzo a cui vorrò bene per sempre. Ha sempre saputo imporgersi. Se mi lasciava il cellulare avrei chiamato mamma". Per gli avvocati la sentenza finale sarà di competenza del giudice "che dovrà verificare tale ipotesi alla luce delle argomentazioni difensive e del contenuto delle stesse indagini effettuate dalla polizia giudiziaria".

"Riteniamo che già da queste – continuano i legali di Gresti – si evinca che il tragico gesto della giovane Andreea non sia collegabile alla condotta di Simone Gresti. Il loro rapporto affettivo, durato solo sei mesi, era caratterizzato da momenti di contrasto tipici della loro personalità esuberante e contraddittoria, evidenziata anche nei precedenti rapporti affettivi con altre persone, sempre vissuti con identiche dinamiche. Anche il consumo di stupefacenti era una propensione personale, disconnessa dal loro rapporto e risalente a periodi precedenti".

In merito al diario che Andreea avrebbe avuto, dove annotava le proprie angosce, i difensori di Simone osservano come Gresti non lo conosceva e "non l’ha mai obbligata a scrivere alcunché". "Entrambi avevano l’accesso ai rispettivi cellulari – continuano gli avvocati – e si controllavano a vicenda. La sera della tragedia Andreea doveva raggiungere, dopo la serata, un suo amico con il quale aveva già avuto una relazione sentimentale. Il fatto che il suo cellulare fosse in possesso di Gresti era un fatto accaduto anche in precedenza a cui Gresti non ha dato alcun peso non potendo certo immaginare quale sarebbe stata la decisione della giovane". Andreea era una ragazza complessa e difficile da interpretare a cui Simone voleva bene. In merito alle ecchimosi su Andreea e poste in evidenza dalla Procura "riguardano un solo episodio – dicono gli avvocati – deprecabile ma isolato". "Il dolore di Simone per la perdita rimarrà sempre nel suo animo – concludono – ed è pronto a rispondere di ciò che ha fatto ma non di ciò di cui non è responsabile".