Ancona, 15 novembre 2024 – Rimasta vedova e senza figli aveva lasciato tutto alla badante che l’accudiva e al compagno di questa. Un patrimonio milionario tra soldi in contanti, polizze assicurative stipulate negli anni e case di proprietà. All’apparenza poteva sembrare un gesto altruista compiuto da una 95enne anconetana ma secondo la guardia di finanza, che ha avviato un’indagine dopo la denuncia fatta dai cugini di secondo grado, quella non sarebbe stata beneficenza.
L’anziana, vulnerabile, sarebbe stata indotta a donare le sue ricchezze. Dietro il presunto raggiro, stando all’indagine coordinata dalla Procura, ci sarebbero stati sia la coppia che viveva con lei, badante e compagno, un avvocato che si sarebbe prestato per i passaggi di proprietà e anche il dipendente di un istituto bancario che avrebbe fatto da intermediario.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di circonvenzione d’incapace, formulata dal pubblico ministero Rosario Lioniello, ieri tutti e quattro gli indagati hanno affrontato l’udienza preliminare davanti al gup Alberto Pallucchini.
In tre andranno a processo il 3 marzo: la badante di 48 anni, il compagno di 59 anni e un avvocato di 55 anni, tutti anconetani. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Federica Battistoni, Ennio Tomassoni e Francesca Petruzzo.
Non luogo a procedere invece per il funzionario di banca, un 57enne, anche questo anconetano, difeso dall’avvocato Giulia Buongiorno. Parte civile gli eredi dell’anziana, sulla quale era stato nominato un amministratore di sostegno, rappresentati dall’avvocato Fabrizio Naspi. Inizialmente erano cinque gli indagati, c’era anche un commercialista ma è deceduto. Anche l’anziana vedova è venuta a mancare, nei mesi scorsi.
Gli imputati rigettano le accuse e sono intenzionati a dimostrare la loro innocenza nel processo. Stando alle accuse la badante e il suo compagno (spacciato per il fratello) avrebbero fatto terreno bruciato attorno alla parentela dell’ereditiera, isolandola e facendole credere che a nessuno importava di lei.
La 48enne era stata assunta a gennaio del 2020, poco prima che morisse il marito della 95enne, per accudire il coniuge in ospedale. Dopo il lutto si è occupata della vedova, che aveva anche problemi di vista, per otto ore al giorno. Percepita la ricchezza di cui disponeva l’avrebbe indotta, tra gennaio 2020 e novembre 2020, a donarle l’abitazione dove abitava, fatta di due appartamenti, a farle ún assegno da 350mila euro e ad includerla nel testamento come unica beneficiaria dove le lasciva le polizze assicurative del valore di un milione di euro e quattro abitazioni.
La badante avrebbe avuto anche la disponibilità del bancomat dell’anziana, con il quale prelevava 2mila euro quasi ogni giorno, e la delega dei bonifici bancari con cui avrebbe girato somme ai figli e al compagno. In poco tempo le avrebbe prosciugato, insieme al compagno, il conto corrente di 500mila euro.
Per allontanare i parenti da lei, l’avrebbe indotta a denunciarli per molestie.
A novembre 2020 è scattata la misura cautelare del gip contro la badante che è stata allontanata dalla casa dell’anziana. Avvocato e funzionario avrebbero, per l’accusa, agevolato le operazioni degli altri due.