"Sin dall’inizio della trattativa con l’amministrazione comunale abbiamo posto la questione della conservazione delle armi al centro del discorso. L’obiettivo era evitare qualsiasi rischio all’interno dei vari nuclei familiari".
A dirlo è Luca Talevi, segretario generale della Fp-Cisl, che sul nodo dell’armamento ha lavorato a lungo coi colleghi dopo la decisione della giunta Silvetti di armare i suoi agenti della polizia locale. Una questione tornata di scottante attualità dopo la tragedia di ieri a Senigallia, dove un 15enne si è tolto la vita dopo aver prelevato l’arma di suo padre, un vigile urbano in servizio presso il comando della città di velluto. A differenza di Ancona, sembra che al comando di Senigallia non sia possibile lasciare in custodia l’arma. Una facoltà non consentita, cosa che invece è stata introdotta nel capoluogo delle Marche. A inizio 2023 l’adozione del regolamento, poi il via alle procedure d’acquisto, alla formazione del personale e infine alla dotazione effettiva delle pistole Glock per la stragrande maggioranza degli agenti a disposizione. Gli ultimi arrivati, le 15 assunzioni presentate a settembre, avranno in dotazione l’arma dopo aver concluso il periodo formativo. In mezzo a questa road map si è inserita la questione del deposito delle armi: le pistole potevano essere lasciate al comando delle Palombare oppure ogni agente avrebbe dovuto custodirla presso il proprio domicilio? Il confronto tra l’amministrazione, in particolare l’assessore con la delega alla polizia municipale, Giovanni Zinni, il comandante Marco Caglioti e le sigle sindacali hanno portato a un accordo condiviso: "All’interno del comando _ aggiunge Talevi _ è stato inserito un deposito, il cosiddetto ‘alveare’, delle piccole casseforti singole e numerate dove gli agenti a ogni fine turno possono lasciare la pistola in custodia al comando. Ci sono delle formalità da effettuare al momento di consegnare l’arma e di riprenderla poi prima del turno successivo, tra firme, smontaggio dell’arma senza caricamento e così via, cosa di pochi minuti. Questo ha consentito però di non costringere gli agenti a portare la pistola a casa, fattore che ha li ha trovati praticamente tutti d’accordo. Mi lasci esprimere le condoglianze all’agente di Senigallia e alla sua famiglia per l’immane tragedia". In effetti è così e questa opzione, tenere la pistola al comando o portarla a casa, piace a tutti: "Secondo quanto ne so alla fine l’arma la lasciamo tutti dentro l’alveare _ racconta al Carlino uno degli agenti in servizio ad Ancona _. esistono pochissime eccezioni e riguardano solo una questione di comodità. Magari un collega finisce il turno di sera e deve iniziare il giorno dopo di mattina e quindi se la porta a casa. Qualcuno lo fa, ma pochi. Personalmente è stato motivo di forte preoccupazione quello di essere costretto a portare la pistola a casa. Mia moglie mi ha chiaramente detto che se l’avessi fatto lei se ne sarebbe andata con i figli, proprio per il timore delle conseguenze. Come poi effettivamente accaduto a Senigallia".