Cultura e intrattenimento dopo la Notte Bianca e le polemiche. Riceviamo da Carlo Pesaresi (Ancona diamoci del noi), consigliere comunale di centrosinistra, e pubblichiamo un suo intervento. Ieri a prendere le sue difese dalle parole del consigliere di Fratelli d’Italia, Jacopo Toccaceli, anche Maurizio Mangialardi, capogruppo Dem in consiglio regionale.
"Il dibattito aperto dal Carlino sullo show andato in scena a piazza Cavour durante la Notte bianca, stimola una riflessione politica più ampia sull’indirizzo culturale che si sta dando alla città. Pare evidente ormai che si punti tutto su un’animazione diffusa, di grande richiamo, un po’ strapaesana, fatta di feste, food & beverage, artisti locali, ospiti di giro e di cassetta. E la città risponde in massa, contenta. Ma perché non dovrebbe? Cosa c’è di male? Niente verrebbe da dire. Si tratta di scelte e i numeri danno ragione a chi le ha fatte. Vero, ma purtroppo, temo, solo nell’immediato. È una strategia che, per sua natura, inevitabilmente si rivolge ai soli abitanti di Ancona e dei comuni limitrofi e che si ferma a un’economia di bottega, che gira tra poche mura. Alla lunga, e la politica ha il dovere di guardare un po’ più in là, è quanto di più rischioso ci sia per un capoluogo di regione. Perché, così facendo, si sconta sempre più una progressiva perdita di capacità attrattiva e di competitività su scala nazionale. L’anno prossimo Pesaro sarà capitale italiana della cultura e sta preparando un cartellone importante, che coinvolgerà e animerà tutta la città. Sarzana, Mantova, Modena, Pordenone, Spoleto, Locorotondo, Rimini, Trieste - per citarne solo alcune a portata di scala - da tempo hanno avviato politiche urbane e culturali che puntano tutto sulla qualità delle proposte, senza rinunciare però al coinvolgimento e ingaggio di tutti i quartieri e della popolazione con conseguente enorme soddisfazione di commercianti, ristoratori e albergatori. Una strategia dinamica, che ha saputo costruire un brand identitario sempre più vincente, che consente a quelle città di emergere a livello nazionale, che fa muovere visitatori da tutta Italia, che eleva la vis attrattiva e l’anima competitiva. Oggi le città capoluogo che hanno un’ambizione, hanno bisogno di questo, altrimenti lentamente si riducono a ‘paesotti’. Sono convinto che quello sia il modello da seguire. Molto diverso da quello che ha in mente l’attuale giunta, mi pare. E, va detto, diverso anche da quello che abbiamo conosciuto negli ultimi anni di amministrazione del centrosinistra dove la cultura è rimasta affare per pochi, da stivare in spazi chiusi e contenitori impermeabili. Un modello in cui alla lunga il respiro è più bello e tutti vincono, cittadini, commercianti e città".