REDAZIONE ANCONA

La città investe sull’arte contemporanea: svelato "Artificio naturale" di Paolo Icaro

L’obiettivo finale dell’azione dell’amministrazione è quello di realizzare un museo dedicato.

L’obiettivo finale dell’azione dell’amministrazione è quello di realizzare un museo dedicato.

L’obiettivo finale dell’azione dell’amministrazione è quello di realizzare un museo dedicato.

Svelata "Artificio naturale", scultura ambientale di Paolo Icaro acquisita nella collezione della Pinacoteca Molajoli. Ieri, per la 20esima giornata del Contemporaneo, promossa da Amai, è stato presentato al pubblico il progetto, a cura di Marcello Smarrelli, promosso dal Comune e ideato in collaborazione con la Fondazione Ermanno Casoli e promosso dalla direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura. "Il progetto – evidenzia l’assessore Maura Nataloni - ribadisce la volontà del Comune di investire sul contemporaneo e sull’arte contemporanea attraverso una serie di iniziative, fino alla realizzazione di un luogo ad essa dedicato". L’installazione è composta da cinque massi in pietra, semplicemente adagiati a terra. Quello che potrebbe sembrare un elemento naturale inserito nello spazio "artificiale" di un museo, è in realtà il risultato di un complesso processo creativo. Lo scultore ha inizialmente modellato in argilla una pietra "ideale", levigandola fino a farla sembrare un sasso perfetto, come se fosse stato plasmato dall’acqua di un torrente. Da questa forma originale sono stati creati cinque esemplari in gesso, poi in cemento, e infine, grazie a una scansione 3D, sono stati scolpiti in pietra di Matraia, un materiale di color grigio-azzurro dall’eccezionale compattezza e resistenza. Pur avendo la stessa forma, i cinque massi appaiono diversi in quanto posti in cinque posizioni differenti, le uniche in cui stanno in equilibrio.

Descrivendo la dialettica che anima questo lavoro, Icaro spiega: "Il marmo diventa ‘artificio’, nello scontro-confronto tra materia e materialità. Artificio da non intendersi come illusione o finzione, bensì come ‘trasformazione fatta ad arte’, e quindi naturale, che permette di ascoltare la memoria del materiale".

"La relazione fra naturale e artificiale che anima l’opera - aggiunge il curatore Marcello Smarrelli - si estende così anche al contesto espositivo, come in una mise en abyme: la natura abita, infatti, il giardino che circonda il museo, ospitando diverse specie di piante; l’artificio è invece rappresentato dall’architettura dello storico edificio che ospita la Pinacoteca – l’antico ospedale di Santa Maria del Buon Gesù, che sorge sulla centrale piazza della Cattedrale di Fabriano – insieme alla nuova costruzione in legno e vetro che s’innesta nel cortile".