"La città non può morire così". "Le cartiere Miliani vanno salvate tutte insieme, non solo Giano, perché rischiamo un effetto domino su tutti gli stabilimenti e l’indotto marchigiano". "Se perdiamo le cartiere dovremo mettere al cavalcavia il cartello Fabriano casa di riposo diffusa". Sono le voci accorate che si sono levate ieri dal consiglio comunale aperto per scongiurare gli esuberi al artiere, consiglio che ieri mattina ha registrato una grande partecipazione con tanto di maxischermo in piazza e bara di cartone accanto a un altro simbolo di Fabriano: la fontana Sturinalto.
"Fabriano è la carta dal 1264 – ha esordito la sindaca Daniela Ghergo -. Togliere la carta da Fabriano è come togliere la torre Eiffel a Parigi: la carta è un simbolo identitario legato in modo indissolubile alla nostra città, che nel mondo viene conosciuta e riconosciuta come la città della carta e della filigrana. Fabriano non può perdere questo patrimonio: non possiamo accettare che la carta che porta il nome della nostra città sia prodotta altrove magari addirittura all’estero, non possiamo accettare che logiche di profitto sovrastino la nostra storia e taglino le nostre radici, non possiamo accettare che maestranze con un know how altamente specializzato vengano disperse e si perda la tradizione legata alla lavorazione della carta".
"I posti reali di lavoro che perderemo saranno 250 non 195 come dicono, perchè ci sono i lavoratori in appalto nei magazzini di Giano e del gruppo Fedrigoni" ha evidenziato Andrea Casini della Uil.
Al termine della seduta il voto unanime su un documento che chiede all’azienda, invitata ma assente (ha inviato un messaggio spiegando di non poter fornire ulteriori elementi fino all’incontro del 24 ottobre con i sindacati) di stoppare la procedura di licenziamento per concedere più tempo per individuare soluzioni alternative alla chiusura di Giano e quindi Rocchetta e il comparto F3 di Fabriano.
Al Ministero il Consiglio chiede l’intervento diretto del Poligrafico dello Stato come richiesto dal consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo e in maniera unitaria dai sindacati.
Ma la richiesta è anche di estendere l’area Zes anche alle zone de sisma e interne. "Alla Regione chiediamo – ha aggiunto Ghergo rivolgendosi all’assessore regionale Stefano Aguzzi che presente in aula ha richiesto il tavolo in Ministero il quale dovrebbe essere convocato a giorni - di assumere la questione del distretto industriale fabrianese e del suo sviluppo come fattore centrale per l’intera regione e fondamentale per la tenuta delle Aree interne e montane delle Marche".
Sara Ferreri