
Romina Scaloni
Conoscere l’Hiv è di vitale importanza, perché oggi chi si cura riesce ad azzerare i sintomi e non è contagioso. È una battaglia a favore dell’informazione e contro lo stigma quella che vede protagonista Romina Scaloni, vittima dell’untore Claudio Pinti, l’unica ad aver denunciato l’uomo che, nascondendo a tutti la sieropositività e rifiutando la cura, ha contagiato persone innocenti, che si fidavano di lui. Scaloni sarà a Falconara domani, alle 18, ospite dello Sportello Frida, al civico 5 di via IV Novembre, per ripercorrere la sua vicenda, che ha voluto raccontare nel libro ‘4 maggio 2018. La mia storia con l’untore’. L’incontro è organizzato dallo Sportello Frida, dedicato alle donne e gestito dalla Cooss, in collaborazione con il Comune.
Era il 4 maggio del 2018 quando Romina seppe dalla cognata dell’uomo che frequentava che lui era malato. Pinti rifiutava di curarsi e di prendere precauzioni, senza interessarsi delle conseguenze sulle persone che diceva di amare. Quando ha scoperto di essere stata contagiata per Romina "è stato come morire e rinascere: ora sono un’altra persona perché la violenza e il trauma che ho subito mi hanno catapultata in un’altra dimensione". L’obiettivo prioritario dell’incontro, spiega Scaloni, è "mandare un messaggio di coraggio, di forza e di rinascita, informare le persone sull’Hiv. Su questa patologia c’è ancora tanta disinformazione, conoscere il virus significa anche evitare la discriminazione. È importante soprattutto sapere che la medicina, oggi, garantisce cure antiretrovirali che bloccano la replicazione del virus, questo significa che chi è stato contagiato ma si cura regolarmente, non può trasmettere il virus. Mi sono dovuta perdonare perché, prima di questa terribile vicenda, anche io avevo timore del contagio e forse con le persone colpite da Hiv mi sono relazionata con ritrosia. Il virus non si trasmette con una stretta di mano o con un abbraccio, né con un bacio, gesti che quando sei vulnerabile sono come un balsamo, ne hai più bisogno che mai. Per fortuna attorno a me ho trovato comprensione e consapevolezza". L’altro aspetto che Romina vuole sottolineare è quello penale: "Chi è al corrente di essere sieropositivo e non si cura, omettendo di prendere precauzioni nei rapporti, come ha fatto il mio carnefice, commette un reato gravissimo. Eppure tante persone, trovandosi nella mia situazione, non hanno denunciato per la vergogna o per paura. Voglio rivolgermi anche a loro, perché non hanno nulla di cui vergognarsi, sono vittime e possono denunciare anche in anonimato".