"Io presidente? Proposta inattesa. Non potevo dire no a questa città"

Il mister della prima serie A: "Il primo cittadino ha saputo usare le parole giuste, ora serve tanto lavoro"

"Io presidente? Proposta inattesa. Non potevo dire no a questa città"

"Io presidente? Proposta inattesa. Non potevo dire no a questa città"

"Gadda me lo aspettavo, ma mai mi sarei immaginato che al sindaco potesse venire in mente il mio nome come presidente". Stupefatto, emozionato e anche un po’ commosso: Vincenzo Guerini, il mister della prima Serie A dell’Ancona, sarà la figura da cui ripartirà la nuova società. Per lui è pronto il ruolo di presidente, anche se vorrà prima interfacciarsi con la nuova proprietà: "Non verrò a scaldare la poltrona, voglio portare il mio contributo con i fatti". Ma a distanza di un mese, quando lo interpellammo sull’ennesima debacle del calcio anconetano, l’umore è cambiato.

Guerini, come ha reagito alla proposta del sindaco Silvetti?

"Sono rimasto senza parole, non sapevo come reagire. Se avessi rifiutato sarebbe stato offensivo verso una piazza che mi ha dato tanto, però magari poteva risultare presuntuoso accettare subito. Nella mia carriera ho svolto diversi ruoli, ma mai mi sarei aspettato che qualcuno potesse propormi come presidente. Per me è un onore: io guardo ad Ancona come città, non come squadra. Prima però devo riflettere, perché non voglio fare il burattino: voglio capire le intenzioni della proprietà, perché per me Ancona non è una piazza come le altre".

Quindi vuole prima relazionarsi con la dirigenza che verrà.

"Sì, mi sembra un atto doveroso: dovremo pianificare bene il futuro, ma intanto con Gadda mi sento quotidianamente".

A proposito: come ha reagito Gadda alla notizia che avrebbe allenato l’Ancona?

"Lui non me lo voleva dire, ma ci sperava tanto (ride). Da nessun altro, se non da lui, si potrebbe ripartire. Era molto felice, ma anche lui sente il peso di questa responsabilità. Vogliamo metterci la faccia, lavorando duramente per questi colori che ci hanno dato tanto".

Quali le motivazioni che l’anno convinta ad accettare lam proposta del sindaco?

"Ha saputo usare le parole giuste: ha detto che c’era bisogno di dare una mano. Io mi ero ritirato ormai da tempo dall’attività dirigenziale, ma quando ti chiama l’Ancona non puoi dire di no. Chiudere qui la carriera sarebbe la degna conclusione di un cerchio".

Un mese fa ci disse che si sarebbe dovuto ripartire dal blocco della prima Serie A, da gente che ama davvero l’Ancona: messaggio recepito.

"Servivano persone affezionata alla squadra e alla città: non c’è la certezza di fare bene, ma sicuramente ce la metteremo tutta. Nel ‘92 fu un successo collettivo, di squadra, società, tifoseria e stampa: riuscimmo ad aggregare tutti. Spero che il nostro arrivo possa compattare tutto l’ambiente".

Cosa si sente di dire ai tifosi?

"Non sono mai stato bravo con le parole: dico che darò tutto me stesso per l’Ancona. Questa è l’unica garanzia che posso dare".

Gianmarco Minossi