REDAZIONE ANCONA

Io, donna bersaglio: "O me o nessun altro. Gli dissi di no, poi 33 anni d’inferno"

Falconara: parla la vittima dello stalker condannato a 20 mesi: "Scrisse un post 'ti sciolgo nell’acido’, mi seguiva ovunque". Ancora aggressioni sessuali: ieri due arresti a Modena

Una vita di paura, il coraggio di raccontare lo stalking e la violenza

Falconara (Ancona), 10 settembre 2022 - L’ultimo caso ieri a Modena dove la polizia ha eseguito due arresti per rapina e violenza sessuale. Vittima una coppia: lei 28 anni e lui 25, entrambi magrebini, aggrediti in un appartamento. Sotto accusa un 30enne e un 16enne, entrambi originari della Tunisia e senza permesso di soggiorno, indagati anche per violenza sessuale di gruppo ai danni della donna, oltre che per rapina pluriaggravata e lesioni volontarie. Si è trattato, probabilmente, di un regolamento di conti. L’uomo, costretto a denudarsi, è stato ripetutamente ferito con un coltello da cucina e un cutter, mentre la donna è stata costretta a spogliarsi ed è stata molestata. Entrambi gli aggressori hanno ripreso l’intera dinamica con uno smartphone. Purtroppo si susseguono gli episodi di violenza contro le donne. È di qualche giorno fa la notizia che una signora di 50 anni, a Bologna, ha denunciato il marito violento dopo aver subito per 22 anni aggressioni a furia di calci, pugni e cinghiate anche davanti al figlio minorenne. L’uomo è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento.

 Per 33 anni ha subito stalking da un amico d’infanzia che voleva fosse per forza sua. "O me o nessun altro" le aveva giurato. Gli episodi sono iniziati quando lei aveva solo 16 anni. Ora la donna, che chiamiamo Patrizia per tutelare la sua privacy, ha 49 anni e per l’uomo che l’ha perseguitata, 56 anni, di Falconara, è arrivata una condanna a 20 mesi di reclusione. Assistita dall’avvocato Fabrizio Belfiore l’ha denunciato decine di volte. Dopo il carcere, l’uomo finirà in una Rems, una struttura sanitaria protetta, perché una perizia psichiatrica gli ha riconosciuto un vizio parziale di mente e la pericolosità sociale.

Patrizia, come è iniziato tutto?

"Ricordo ancora bene la data, era il 12 settembre del 1989. Lui era un mio amico ma quando mi ha detto che voleva una relazione sentimentale io l’ho rifiutato. Non mi interessava per questo gli feci capire che non ci saremmo più visti ma lui me l’ha giurata subito, ’o me o nessun altro’ mi disse e iniziò a perseguitarmi. Mi seguiva ovunque, come uno squalo attorno ad un’isoletta. Era convinto che mi avrebbe sposata, io ero poco più che una bambina, avevo 16 anni, lui 23".

Negli anni cosa le ha fatto?

"All’inizio me lo trovavo ovunque, se andavo in piazza con le amiche lui appariva lì, se facevamo delle fotografie lui si metteva dietro e in alcuni scatti è capitato che ce lo siamo ritrovate ritratto dietro di noi, come un disturbatore. Poi veniva con l’auto sotto casa mia e stava lì per ore, oppure veniva a piedi e mi aspettava. Con gli anni gli episodi sono diventati sempre più gravi. La notte non dormivo più, sentivo che camminava sul tetto di casa mia, aveva imparato ad aprire un lucernario con la mano, entrava. All’inizio pensavo di avere le allucinazioni ma era proprio lui. Poi una volta ha appeso un cartello con insulti sulla fiancata lato passeggero della mia auto che salendo non potevo vedere ma mi sono accorta e l’ho strappato prima che ci andassi in giro. Sputava sui vetri della mia auto, su quelli di casa, mia sorella ha dovuto sostituire il portone perché lo aveva imbrattato con cose oscene. Poi ci sono stati foto e video che metteva su di me sui social, terrorismo psicologico".

Qual è stato il fatto più grave?

"Il post sull’acido, ha scritto che mi avrebbe sciolta in cento litri di acido muriatico e sono sicura che se a gennaio non lo avessero arrestato, forse qualcosa avrebbe fatto. Voleva rovinarmi, deturparmi, sfregiarmi, farmi molto male".

Lei ha denunciato?

"Tantissime volte solo che tanti anni fa, quando tutto è iniziato, la legge era diversa, le cose venivano più sottovalutate. È stata vista come una cosa tra ragazzini e che si sarebbe risolta, invece è solo peggiorata. Se oggi sono viva e non sfigurata lo devo a tutti quei genitori che hanno perso figlie vittime di violenza e che hanno affrontato battaglie legali grazie alle quali anche per il mio persecutore è arrivata una condanna. Una condanna troppo bassa però, solo 20 mesi, ma valiamo così poco noi donne? Si devono inasprire le pene, la legge deve cambiare o è come se così si invitasse uno stalker a dire fallo pure, tanto la pena è poca, fai un po’ di carcere e esci. Non può andare così". Quanto le è costato tutto questo?

"Tanto, non ho avuto una vita normale, sì mi sono fatta una famiglia, ho una figlia, ma lui mi ha rovinata. Anche avere relazioni non è stato facile con lui che mi denigrava sui social, per la strada, uomini intelligenti non ci badavano, altri sì invece, mi facevano sentire come se la colpa fosse la mia ma io non avevo fatto nulla di male. Non pensavo che potesse mai finire. Ero arrivata a tenere l’auto sempre in garage per paura di trovare scritte offensive. Mi sono rivolta alla polizia postale perché pensavo mi avesse anche hackerato il cellulare visto che me lo trovavo ovunque. Davanti casa mi ha messo tre telecamere".

Adesso come sta?

"Sono libera, mi stanno accadendo cose bellissime, cammino per strada e mi sento onnipotente, non ho paura, so che lui non può più farmi del male, se voglio uscire la sera esco, se voglio rientrare tardi lo faccio, ho preso anche un ombrellone al mare per godermi il sole, sdraiata, senza ansie".