Ancona, 6 novembre 2019 - Insultato ripetutamente e minacciato di morte perché gay. È successo due giorni fa ad uno studente di origini meridionali, ma da alcuni anni residente ad Ancona. Il fatto, dai contorni ancora poco chiari circa le motivazioni all’origine del gesto, sarebbe avvenuto su Instagram, il popolare social network usato da giovani e giovanissimi che, di fatto, ha rimpiazzato Facebook. Le foto caricate su Instagram segnano i momenti più belli della vita di ogni utente e sarebbero state proprio alcune immagini, o, magari, dei video o delle storie dai contenuti un po’ troppo spinti a far scatenare gli insulti omofobi nei confronti del ragazzo, che avrebbe più di vent’anni, stando a quanto scrive lui stesso, che, tuttavia, vuole rimanere nell’anonimato.
È stato lui, la sera di due giorni fa, di ritorno ad Ancona, dopo aver trascorso il fine settimana altrove, a raccontare sui social quanto gli era accaduto. Poche ore prima avrebbe infatti ricevuto un violento messaggio vocale su Instagram, in cui lo si attaccava per il suo orientamento sessuale, che il ragazzo, a giudicare dalle foto che pubblica, non nasconderebbe affatto. Al momento, non si conosce se gli aggressori e il ragazzo si conoscessero. «In 24 anni – scrive la vittima, dopo aver divulgato l’audio al centro della vicenda – non ho mai ricevuto insulti e offese a sfondo omofobico di questo genere. Leggo quotidianamente di episodi di varia gravità circa le discriminazioni nei confronti della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, ndr) e dei neri e mi sono sempre chiesto come avrei potuto reagire nel caso in cui fosse successo a me».
E lunedì è successo proprio a lui, che - tra l’altro - è seguitissimo sui social. «La cosa mi ha turbato – prosegue il ragazzo – e credo che i responsabili di questo gesto siano dei ragazzini. Un comportamento esecrabile» scrive ancora commentando la triste vicenda di cui, suo malgrado, è divenuto protagonista. Al momento è pressoché impossibile accertare chi si celi dietro la pagine Instagram da cui provengono gli insulti, nonché la provenienza territoriale dei bulletti. Quel che è certo è che nell’audio si sentono le voci di più ragazzi: «Sei un c… frocio di m….., faccia da c… svegliati, io ti becco e ti faccio fuori». La rivincita della vittima è, però, nella sua replica agli aggressori: «Avreste potuto offendermi additandomi come etero, non come gay». Certamente, però, l’episodio ha seriamente provato psicologicamente lo studente, vittima del duro attacco social, come lui stesso racconta: «Non ho mai ricevuto parole del genere spiattellate tramite social da chi, a quest’età, dovrebbe vivere spensierato la propria adolescenza. Servirebbe più rispetto ed educazione» dice lui, che preferisce l’anonimato.