
Inseguimento e spari La patente scaduta e le targhe clonate: ecco perchè è scappato
di Marina Verdenelli
E’ in terapia intensiva ma già da oggi potrebbe essere trasferito in reparto il 53enne osimano che domenica notte non si è fermato all’alt dei carabinieri innescando una pericolosa fuga da via del Castellano fino a Posatora. I medici dell’ospedale di Torrette fino a ieri sera non avevano ancora sciolto la prognosi e non erano arrivati nemmeno gli esiti delle analisi del sangue per definire se fosse ubriaco o drogato alla guida. Stabilire la gravità della ferita riportata servirà anche alla Procura per definire il fascicolo d’indagine da aprire nei confronti del carabiniere che ha sparato due colpi di pistola, con l’arma di ordinanza, quando la vettura guidata dall’osimano, una Polo Volkswagen, è andata in retromarcia tentando di investire il militare che era sceso per fermarlo. Il pubblico ministero Paolo Gubinelli attende l’informativa dai carabinieri della Compagnia di Ancona, delegati per gli accertamenti, per procedere poi in prima istanza per lesioni nei confronti del brigadiere che svolge tuttora regolare servizio. Un atto dovuto anche a garanzia del carabiniere stesso. Il militare dopo l’accaduto ha già fatto rapporto, una annotazione dettagliata consegnata ai suoi superiori e riportando i fatti vissuti quella notte. L’inseguimento è durato per quasi dieci chilometri, a velocità sostenuta, con uno speronamento avvenuto in via Madre Teresa di Calcutta, la strada dove sono stati poi esplosi i due colpi di pistola dal carabiniere, un 47enne con diversi anni di servizio, di pattuglia al Radiomobile. Lì la Polo si era fermata e quando il militare è sceso avvicinandosi ha ingranato la retromarcia quasi investendolo. Il carabiniere ha sparato due colpi in basso. Un proiettile ha preso il paraurti della vettura in fuga, l’altro ha preso lo sportello del portabagagli, è entrato nell’abitacolo e ha raggiunto l’osimano che era alla guida ferendolo alla schiena, in basso. Per questo è stato poi operato. La posizione del 53enne, che dopo i colpi di pistola ha continuato la fuga per altri due chilometri, fermandosi solo in via del Fornetto dopo che aveva forato una gomma, resta per ora inalterata. E’ stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e falso dovuto alla targa clonata (è la stessa di una donna di Ravenna a cui però non è stata rubata) che aveva messo sulla Polo, sia davanti che dietro, attaccata ad un velcro. Una targa probabilmente acquistata su internet. L’osimano non è stato ancora sentito dai carabinieri per capire il motivo della fuga. A bordo della vettura, dove viaggiava anche la compagna quella notte, è stata trovata solo una boccetta di metadone. Il 53enne aveva la patente scaduta da tre anni e non aveva l’assicurazione dell’auto. Tutte irregolarità che gli sarebbero costate solo delle multe, ad eccezione del falso per la targa, che non giustificano la razione all’alt intimato per un controllo dai carabinieri con la conseguente fuga a tutto gas per mezza città prima di essere preso.