Ancona, 30 aprile 2021 - Scrive una lettera al presidente della Repubblica e al ministro della Salute spiegando perché non vuole fare il vaccino e si ritrova tempestato di messaggi di solidarietà. "Qualcuno è pronto anche a mandarmi dei soldi se perderò il lavoro per questo". Lui è Enzo Palladino, 52 anni, infermiere del reparto di endoscopia digestiva all’ospedale di Torrette. Con una lettera di 4 pagine, inviata mercoledì mattina anche alla direzione della struttura dove lavora, ha detto chiaramente di essere pronto non solo a perdere il lavoro ma anche lo stipendio perché "non voglio che il mio corpo diventi oggetto di sperimentazione, nutro forti dubbi sulla fretta con cui il farmaco è stato sperimentato".
Dichiarazioni pesanti in tempi di pandemia dove il comitato tecnico scientifico del Governo ha più volte spiegato come l’unica arma per frenare il virus siano in questo momento le vaccinazioni. "Non possono obbligarlo – dice Palladino al Carlino – non è un vaccino, è una sperimentazione, Astrazeneca lo hanno provato prima solo su 17 persone. Io sono un infermiere e ho capito cosa posso dire in base alle nozioni che ho e una sperimentazione di un vaccino non dura così poco tempo. Ho colleghi che lo hanno fatto sei mesi fa e hanno già gli anticorpi a zero. Dovranno fare una terza dose. Senza addentrarmi su quello che è la scienza, suona male che per un vaccino come questo lo Stato non si assume le responsabilità e nemmeno le aziende farmaceutiche. In più si parla anche di scudo penale quindi chi lo inocula o lo fa inoculare non risponde di reati gravi quali lesioni e omicidio colposo. Chi si vaccina può continuare a contrarre il virus e può contagiare gli altri". Palladino spiega di provenire da una famiglia contadina e che si è "guadagnato questo lavoro da infermiere vincendo regolarmente dei concorsi per cui non temo di perdere il mio impiego". A portarlo a scrivere la lettera è stata "una certa forma di ricatto a cui noi sanitari siamo stati messi davanti – osserva l’infermiere – mi stanno scrivendo colleghi che hanno ricevuto vessazioni soprattutto dopo la prima ondata della pandemia". Anche una infermiera, con figli e marito disoccupato, lo avrebbe contattato. "Lei ha dovuto vaccinarsi – dice Palladino – se no aveva paura di perdere il posto. A Torrette mi risultano altre 70 persone che non si sono vaccinate". Ieri l’infermiere non ha ricevuto indicazioni dall’azienda dopo la lettera scritta sebbene abbia precisato nella missiva "non ho fatto il vaccino e non intendo farlo, pertanto vi chiedo di sospendermi dall’attività lavorativa, privandomi della retribuzione, proprio come stabilito dal D.L. n. 44/2021 per punire chi, come me, non accetta il ricatto di essere sottoposto alla vaccinazione".