Aveva ottenuto l’affidamento in prova, uscendo dal carcere dove era finito per una sfilza di reati ma la sua libertà è durata poco. Una sera, a casa della fidanzata, dove si trovava con la misura alternativa alla detenzione, avrebbe aggredito la ragazza tanto che impaurita si era barricata in camera da letto dove aveva chiamato il 112 per chiedere aiuto. Nell’abitazione erano arrivati quattro poliziotti, con due pattuglie delle Volanti, ma l’uomo, 49 anni, aveva aggredito anche loro. Calci e pugni nel tentativo di non farli entrare in casa. Gli agenti dovevano controllare come stava la donna ma il 49enne si era opposto con tutte le sue forze. Alla fine era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Ieri l’imputato, difeso dall’avvocato Caterina Ficiarà, ha patteggiato la pena a dieci mesi. Davanti alla giudice Francesca Grassi è proseguita infatti la direttissima dopo l’arresto in flagranza del 25 giugno scorso, la sera in cui l’uomo avrebbe aggredito in casa la convivente. Erano stati chiesti i termini a difesa dopo la convalida dell’arresto che ha riportato il 49enne in prigione dove si trova tuttora. A giugno l’imputato aveva avuto una reazione violenta nei confronti della fidanzata. Ubriaco avrebbe iniziato a minacciarla e ad insultarla lanciandole contro anche diversi oggetti presenti nell’appartamento. Per questo la donna si era barricata e aveva chiamato il numero unico di emergenza. Arrivati sotto casa i poliziotti avevano sentito le urla del 49enne ed erano saliti di corsa trovando la porta d’ingresso semi aperta. Quando l’imputato si è accorto del loro arrivo ha cercato di chiuderla percuotendo i poliziotti. In due erano rimasti feriti, entrambi con 5 giorni di prognosi.
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